Dodici anni dal suo ultimo album “Computers And Blues” è un infinità di tempo, Mike Skinner si ripresenta con un nuovo lungo album dopo che nel lontano 2011 sembrava aver chiuso un progetto che aveva raccolto un certo successo, sia di critica che di pubblico.

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C’è sempre una certa difficoltà per ogni artista che con il passare degli anni ha ormai alle spalle le urgenze, la forza e le idee che contraddistinguono la produzione giovanile, Mike Skinner non è stato di certo con le mani in mano in questi anni, manciate di singoli, collaborazioni e serate ma la prova di un album resta comunque il momento cruciale per un artista che passati i quaranta deve appoggiarsi al mestiere per una proposta convincente.

Per chi poi nelle liriche ripone molto della sua incisività la difficoltà si raddoppia, la riuscita dell’album deve passare attraverso una scrittura che sia interessante accompagnata da scelte sonore nuove e magari qualche sorpresa compositiva o ritornello accattivante.

Grande curiosità quindi nello scoprire come Mike Skinner ha costruito questo lavoro, l’inizio con “Too Much Yayo” con synth non originalissimi e un ritornello sbilenco e stonato non e’ il massimo, va meglio con “Money Isn’t Everything” con il featuring di Teef, niente di particolarmente entusiasmante ma il brano funziona.

Se da un lato le liriche non riescono a catturare, prive dell’incisività e ironia che avevamo ascoltato anni fa regalandoci oggi un Mike Sinner annoiato e annoiante, anche musicalmente riusciamo a trovare pochi episodi interessanti tra momenti con accenni reggae non riusciti come in “Something To Hide”, costruzioni sconclusionate (“Shake Hands With Shadows”), tentativi coraggiosi ma piatti come in “Gonna Hurt When This Is Over”.

Arrivati a questo punto vanno meglio scelte minimali come per “Kick The Can” o brani come “Funny Dream” con una buona linea ritmica e un ritornello accattivante.

“The Darker The Shadow, The Brighter The Light” non fa centro risultando abbastanza piatto e noioso, è un ritorno deludente che rappresenta un punto d’ arresto nella carriera di The Streets e molto probabilmente deluderà anche i fan più accaniti.