Passa anche da Brescia il tour di Jim Jones, nella sua ennesima reincarnazione a moniker All Stars, fresco, per altro, della release del nuovo disco, o meglio del disco d’esordio, se così si può dire.
“Ain’t No Peril”, questo è il titolo, è appunto il primo full length con la nuova formazione uscito a settembre, capitanata dall’istrionico Jim, che, dal canto suo, ha una carriera lunghissima all’attivo, a partire dai primo anni novanta e dai suoi Thee Hypnotics.
Rock’n roll quello viscerale, schietto, senza fronzoli, condito da verve ed energia. Parte proprio stasera dalla Latteria Molloy, la prima di una serie di date, che toccheranno anche la Bottega 26 di Poggibonsi, l’Altroquando di Zero Bianco, quindi il Freakout a Bologna, il Dong a Macerata, per chiudere a Torino al Blah Blah un lungo tour in Italia.
Tra l’altro Jones era passato sempre nel nostro paese anche la scorsa estate, allo storico festival Beat, per l’abituale rassegna a Salsomaggiore.
Il guru del garage torna, quindi, con un nuovo progetto, raccontando, in quest’ennesima fatica discografica, la città di Memphis da dove questa nuova avventura è iniziata e dove è stato registrato questo album, con una band di nove elementi al seguito, arricchita dai fiati, per sconfinare, partendo dalle radici, nei generi primordiali, come il funk o lo stesso blues, con il suo solito carisma a fare la differenza.
Tutti ingredienti che danno il meglio di se nella dimensione live, vuoi per il genere, vuoi per la succitata leadership da capofila, volumi da rasoiata e capacità come pochi di tenere in pugno il pubblico.
Apre la band bresciana Tijuana Horror Club, dalle sonorità affini al padrone di casa, elegantissimi, suonano parecchio, oltre i quaranta minuti e non sfigurano affatto anche in parte a mostri sacri del genere, anzi, fanno un live potentissimo e convincente senza risparmiarsi.
Tempo di un cambio palco, Jim Jones All Stars on stage per le 23,30 circa, non c’è il pubblico delle grandi occasioni, ma nemmeno poca gente da non poter ricreare la giusta atmosfera sotto palco.
Band in formissima, dove Jones rimane la punta dell’iceberg, in sette per questa trasferta oltremanica con due elementi ai fiati. Suonano come non ci fosse un domani a volumi apocalittici, musicisti navigati, che ne hanno viste passare tante, che ancora oggi possono essere solo un esempio di come si possa fare musica nel 2023.
Al di là dei gusti, per un genere, che rimane non per tutti, soprattutto in questi anni di cambiamento, ma qui si gioca un altro campionato, un’ora e venti di pura energia urlata in faccia, rigorosamente senza bis, per far ballare, divertire, rilassare in un venerdì sera in provincia.