Gli OMD vengono spesso liquidati come quelli di “Enola Gay”, cosa abbastanza comprensibile dato il grande successo che ha avuto questo brano anche in Italia nei lontani anni 80, cosa comprensibile ma non del tutto accettabile (direi per niente) vista lo loro sempre impeccabile produzione degli anni successivi.

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Questo nuovo album conferma la loro costante qualità, la naturale capacità di costruire piccoli gioiellini elettronici è ancora oggi sorprendente, una maestria che è un po’ mestiere e un po’ espressione di una certosina abilità nella costruzione di arrangiamenti sempre riusciti e praticamente perfetti.

E’ abbastanza naturale trovarci una certa strizzatina d’occhio a certe sonorità anni 80 senza però percepirla stucchevolmente rétro, agevolando un ascolto senza preconcetti che si rivela mai noioso e reso interessante da una serie di brani scintillanti anche sul piano melodico.

Essere ancora convincenti dopo tanti anni di carriera non è sicuramente facile e per niente scontato per un duo che potrebbe benissimo avere ormai detto tutto e avrebbe potuto perdere da tempo idee e voglia.

“Bauhaus Staircase” è invece carico di idee ed evidenzia una costruzione con precisione chirurgica senza mai apparire scontato o noioso, una scelta elettronica che non appare mai fredda, un grande album che sembra essere senza tempo dove passato e futuro si combinano in maniera perfetta.

Non sorprende quindi che sia stato accolto immediatamente con buonissime vendite (arrivando ai primissimi posti in Uk e superando anche mostri sacri come i Duran Duran e i Rolling Stones) rendendo felici i vecchi fan e magari trovandone anche di nuovi.

L’album apre con la title track “Bauhaus Staircase” con chiari riferimenti (anche nel video che lo accompagna) all’opera di Oskar Schlemmer che ha sempre influenzato il mondo della musica, uno su tutti David Bowie, ottima scelta per il primo singolo.

I brani da citare sarebbero molti, “Look At You Now” e’ un pop dal sapore dolce amaro colonna sonora per il prossimo Natale, “Where We Started”, che spero sarà il prossimo single, struggente e intenso, “Don’t Go” e “Aphrodite’s Favorite Child” costruzioni elettroniche perfette e affascinanti e mi fermo qui facendo torto a tutti gli altri brani che animano questo ottimo lavoro.

Gli OMD tornano più luccicanti che mai, venite pure ad ascoltare la loro lezione sono tornati in pista i maestri.