Il dodicesimo album di Laura Veirs, “Found Light“, è uscito solamente a luglio dello scorso anno, ma la songwriter nativa del Colorado, ma di stanza da tanti anni a Portland è già tornata con un nuovo lavoro sulla lunga distanza, pubblicato per la sua label, la Raven Marching Band.
Le quattordici canzoni che compongono il disco provengono da memo vocali registrati sul suo telefono (alcuni anche vecchi di anni): i pezzi sono stati poi masterizzati, ma senza apportare ulteriori modifiche.
Registrati nel suo salotto, i brani parlano della sua famiglia, dei suoi amanti e di lei stessa e mantengono l’atmosfera rilassata con cui erano stati creati.
La bellezza di questi pezzi, pur strumentalmente semplici, si puo’ già percepire dall’iniziale “Creatures Of A Day”, che lascia passare le emozioni attraverso la sua voce e quel suo tono dolce-amaro.
Poco più avanti “Rocks Of Time” emana un senso poetico e naturale, che sa toccare il cuore sin dal primo ascolto.
“Up Is A Nice Place To Be”, registrata in bagno, è la cover di una canzone della folk-singer Rosalie Sorrels, ed è totalmente acappella, aggiungendo bellissime sensazioni a questo disco.
Due brani strumentali poi ci colpiscono e incuriosiscono: “Magnolia Sphere”, dove Laura usa la chitarra elettrica (unica volta su questo disco), fatta solo di gentili e rilassanti arpeggi, e “Piano Improv”, in cui ovviamente la statunitense sperimenta con il piano, senza mai perderne in leggerezza.
“Beautiful Dreams” chiude regalando le ultime emozioni acustiche di questo disco di appena trentacinque minuti.
Stando a quanto dichiarato dalla stessa Veirs, “Phone Orphans” potrebbe essere il suo ultimo lavoro musicale, visto che per ora si sta dedicando ad altri interessi: quello che ci lascia è un album che magari alle orecchie di qualcuno potrebbe risultare incompleto per la sua strumentazione molto scarna, ma proprio questa sua semplicità, a nostro avviso, è la sua carta vincente perché mette in luce tutta la sua sincera intimità e chi ascolta non puo’ che goderne.