Andrea Satta musicista, medico, scrittore in momentanea libera uscita dai Têtes de Bois riunisce un nutrito numero di canzoni nate in questi anni tra un tour, il lavoro come pediatra, le pedalate in Italia e all’estero, nel suo primo album solista “Niente Di Nuovo Tranne Te”.

Credit: Simone Cecchetti

Un viaggio tra mille sfumature di quell’umanità che rimane ai margini, incontrata alla fermata dell’autobus, in ambulatorio. Anticipato da due singoli: la struggente “Bellissima” e “Coupon” accompagnati rispettivamente dal videoclip ideato da Satta, Alice Pasquini, Giansalvo Pinocchio e dal cortometraggio “Coupon – Il Film della Felicità” girato da Agostino Ferrente di cui si è molto parlato per l’esordio di Pier Luigi Bersani come attore.

Quotidianità sfiancante e sorrisi, moltissimi i compagni di strada che affiancano Satta in questi dodici brani: Giovanni Truppi, Daniele Silvestri, Paolo Benvegnù, gli stessi Têtes de Bois, insieme a Giorgio Maria Condemi a chitarre, batterie, basso, banjo. Folk, echi di Tom Waits, fiati e arrangiamenti orchestrali s’incontrano in uno sguardo autentico, che racconta luoghi di confine tra provincia e periferia, dove i centri commerciali hanno preso il posto dei fiumi e il meccanico sembra uno psicologo di automobili e di affetti.

Melodie dolci e rumorose, la voce vissuta di Andrea tra i bilanci di una ballata adulta sull’adolescenza perduta come “Selfie” con la citazione dell’amato Leo Ferrè e “Cosa Ti Ricordi Di Tuo Padre”, le vite segrete e il mare artificiale addosso di “Che Meraviglia”, la povertà nascosta e ordinaria di “Hobo Sapiens”. Truppi in “Abbi Pazienza”, duetto reale e surreale, Benvegnù in “Suonano Le Sirene” cavalcata rabbiosa ed elettronica, “Maddalena” con Silvestri tra folk e bossa nova.

Satta mette la dignità al centro del suo discorso musicale, fatto come sempre di amore e rivolta, tenerezza e comprensione, sentimenti veri che provano a farsi largo tra le stranezze di un mondo sempre meno familiare, tra tempo rubato e attimi da conservare, indipendenza e la dichiarazione di appartenenza più sincera, quella di “Io Amo Te” dove riabbraccia i Têtes de Bois alla fine del viaggio.