L’ultimo dell’anno si può festeggiare in tanti modi strampalati, dal brindare in casa con i propri cari al fare un viaggio all’estero. O andare a un concerto in piazza, perché no? Per chi cerca una serata movimentata per salutare al meglio il 2023 e accogliere a braccia aperte il nuovo anno, potrebbe far piacere sapere che il 31 dicembre, in quel di Carpi (MO), sarà il DJ Andy Smith ad accendere la serata. Sì, proprio quell’Andy Smith, vecchio collaboratore dei Portishead, che col tempo si è ormai costruito una fama di tutto rispetto come DJ in tutta Europa.
Per l’occasione ci siamo fatti una chiacchierata con Andy, e da subito una cosa ci è stata chiara: non è un caso che si sia costruito una carriera così, sa sicuramente il fatto suo. E, come avrete modo di leggere, per quanto sia sottovalutata la figura del DJ resta importante e necessaria.
Ciao Andy! Prima di tutto, vista l’occasione, tre dischi per iniziare l’anno al meglio?
Ciao! Direi “Histoire De Melody Nelson” di Serge Gainsbourg, “Dubbin With Horns” nato dalla collaborazione tra Scientist e Roots Radics, e infine “Adventures in Paradise” di Minnie Ripperton.
Non è la prima volta che vieni in Italia, come descriveresti il nostro pubblico? In cosa differisce rispetto alla cultura dei club in Regno Unito?
Mi piace fare il DJ in Italia perché il pubblico sembra davvero aperto a ciò che suono e posso spaziare in vari generi musicali. La folla italiana sembra più informata anche quando si tratta di musica più vecchia, almeno mi sembra così.
Qual è un locale o un festival particolare in cui ti piacerebbe esibirti?
Il Coachella, sicuramente, sarebbe un sogno.
Il più bello a cui hai partecipato, invece?
Il Vintage at Goodwood in Regno Unito, nel 2010. È stato un vero e proprio tuffo nel passato, una bella atmosfera davvero.
C’è qualcosa in particolare che ti ispira al momento?
Mi sto appassionando molto al reggae da anni ’70 dei Roots, sono ancora alla ricerca di quel Rare Groove che ancora non ho.
L’ultimo disco che hai comprato invece?
L’originale 7″ inglese di “A Little Way Different” di Errol Dunkley.
Un DJ di cui sei fan o con cui vorresti lavorare?
Skratch Bastid – sto lavorando con lui, in realtà, visto che si occuperà della versione mix CD della mia compilation “Reach Up Disco Wonderland” che uscirà per BBE records nel 2024.
In un’epoca in cui gli algoritmi e l’intelligenza artificiale sembrano farla da padrone, qual è il ruolo del DJ?
Il DJ è una persona che può ancora portare la festa in una direzione inaspettata se percepiscr l’atmosfera giusta – non credo assolutamente che l’IA possa “sentire quell’atmosfera” e prendersi qualche sano rischio!
Infine, ma non meno importante, cosa rende un bravo DJ tale?
Un buon DJ è quello in grado di suonare brani che la gente vuole ascoltare, ma soprattutto brani che la gente ha bisogno di ascoltare!