Camaleontici, geniali, neo-psichedelici, cool. Nel corso del tempo sono stati tanti gli aggettivi affibbiati agli MGMT ed alla loro musica. Del resto, Benjamin “Ben” Goldwasser ed Andrew VanWyngarden, sin dal loro album d’esordio (“Oracular Spectacular” del 2007) hanno provato a sovvertire le regole del gioco attraverso un campionario di suoni che ha sempre spaziato tra più generi. A febbraio sarà pubblicato il nuovo album del duo di Brooklyn, “Loss Of Life”. Un’occasione ghiottissima, dunque, per farci un giro nella loro – oramai vasta – discografia, attraverso la nostra TOP 10 Brani.
BONUS TRACK: Tell It To Me Like It Is 2022, da “11•11•11”Ovvero, quando gli MGMT si sono travestiti da “Pink Floyd“. Ascoltare per credere. Il brano in questione è contenuto all’interno di “11•11•11”, album (pseudo-live) che i nostri hanno tenuto chiuso nel cassetto fino al 2022. Si tratta, infatti, di una raccolta di canzoni (inedite) eseguite durante un evento a Manhattan nel 2011.
10. Kids 2010, da “Oracular Spectacular”Uno dei (tanti) pezzoni presenti all’interno del disco d’esordio. Epico, sognante, psichedelico. Una sorta di manifesto sonoro, in pratica. Nonché una delle tracce più amate dagli amanti di “FIFA 09”. Bei tempi.
9. Your Life Is A Lie 2013, da “MGMT”Canzone o mantra? Ai posteri l’ardua sentenza. Scherzi a parte, si tratta – senza ombra di dubbio – di uno dei brani più iconici tratti da “MGMT” del 2013. Disco, quest’ultimo, che viene visto – ancora oggi – come un lavoro di transizione fra i “vecchi” MGMT e quelli attuali.
8. When You Die 2018, da “Little Dark Age”Con “Little Dark Age” del 2018, Goldwasser e VanWyngarden hanno provato ad affacciarsi dalle parti di un sound più ottantiano. Col senno di poi, potremmo affermare che l’esperimento – anche se un pò esacerbato – è decisamente riuscito. Merito, soprattutto, della cura certosina (in fase di produzione) avuta per brani come “When You Die”, per l’appunto.
7. Flash Delirium 2010, da “Congratulations”Epico, spaziale, un pò Beatlesiano. “Flash Delirium” è il brano che ha aperto ufficialmente le porte alla Fase 2 degli MGMT dopo il (mega) successo di “Oracular Spectacular”. “Congratulations”, il disco da cui è tratto, tutt’ora rappresenta uno dei progetti più divisivi del duo statunitense.
6. Alien Days 2013, da “MGMT”David Bowie ed il solito immaginario “MGMT”. E’ un pò questo il sunto di un pezzo che svetta in maniera piuttosto fragorosa nella discografia dei nostri. All’epoca (2013) non fu accolto benissimo. Oggi, invece, lo si considera come una delle pietre miliari del repertorio della band.
5. Electric Feel 2007, da “Oracular Spectacular”Cosa dire una traccia di cui è stato detto (e scritt) praticamente tutto? Ci limitiamo a sottolinearne la brillantezza compositiva. (Quasi) diciassette anni e non dimostrarli.
4. Little Dark Age 2018, da “Little Dark Age”Sound ipnotico, video iconico, pezzo divisivo. “Little Dark Age”, title-track del disco omonimo, rappresenta – almeno per chi scrive – una delle gemme del -sin qui – ultimo progetto in studio del duo. Bisogna spingersi oltre la superficie patinata, però, per scorgerne il fascino recondito.
3. It’s Working 2010, da “Congratulations”Bubblegum-pop too classy, più una (piccola) spruzzatina di Pink Floyd (sì, ancora loro). “It’s Working” è un brano che merita indiscutibilmente il podio. Si tratta, fra l’altro, di una delle canzoni più amate dai fan degli MGMT sin dalla prima ora.
2. Me And Michael 2018, da “Little Dark Of Age”La prima volta che ho ascoltato “Me And Michael” ho pensato che fosse un buon pezzo. La seconda, invece, che fosse un pezzo piuttosto originale. Alla terza, canticchiavo il ritornello fino allo sfinimento. Potere della (buona) Musica! C’è tutto il pop-alternativo degli Eighties all’interno della traccia numero quattro di “Little Dark Age”. Godimento puro. E anche il video non scherza.
1. Time To Pretend 2007, da “Oracular Spectacular”Dite che si tratta di una scelta scontata? Beh, potrebbe esserlo. Stiamo pur sempre parlando, però, di un inno generazionale. Di uno di quei brani che arrivò a squarciare l’universo musicale dei primi Anni Duemila come una flotta di alieni travestiti da pirati. “Time To Pretend”, non è una canzone. E’ La canzone. Il Cavallo di Troia sonoro attraverso il quale gli MGMT fecero partire il loro assalto al mainstream musicale. Sembra ieri.