Dalla fredda Svezia arriva il buon Jonatan Westh che porta avanti il suo progetto Holy Ship, tutt’altro che freddo, a dire il vero. “Beyond Frames” è un vero e proprio viaggio psichedelico, in cui i confini svaniscono e l’immaginazione prende il volo. Riff psych-rock e synth s’intrecciano, insieme a ritmiche spesso dense di groove (La batteria tribale di “Vision Quest” mi fa impazzire, tanto per fare un esempio), per condurci in un paradiso shoegaze psichedelico. Westh sa navigare solido in territori liquidi e narcolettici, quelli che ti avviluppano (“Godless You”), ma non perde un colpo nemmeno quando il terreno si fa più solido, quando l’incedere è più marcato (“Prodigal Son”) o quando le sferzate sonore sono decisamente grintose (“Comprehend The End”).
Le basi di partenza sono nelle derive psichedeliche degli anni ’60/’70, ma poi ecco il lavoro ritmico e le chitarre che guardano con affetto ai ’90. Un mondo a tratti vaporoso e, in cui sogno e realtà si fondono alla perfezione, generando contrasti adorabili e visionari in cui caos e meditazione trovano il perfetto equilibrio sonoro.
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Holy Ships: Bandcamp