Neil Tennant – la metà più estroversa dei Pet Shop Boys – in un’altra vita è stato un giornalista musicale piuttosto in gamba. All’inizio degli Anni Ottanta, infatti, l’artista inglese si è occupato dell’universo legato alle sette note per la gloriosa rivista anglosassone, “Smash Hits”.
È anche per questo, probabilmente, che tra le pieghe eleganti della maggior parte dei pezzi prodotti dai nostri nel corso degli anni, riusciamo a scorgere dettagliatissimi squarci di vita raccontati con regale maestria e con metafore così argutamente brillanti da diventare dei veri e propri ritratti generazionali.
È notizia di pochi giorni or sono, tra l’altro, la pubblicazione del nuovo album del duo (la cui altra, riservatissima metà è composta dall’iconico Chris Lowe) “Nonetheless”, in uscita il prossimo 26 aprile. “Loneliness”, primo estratto dal successore di “Hotspot” (2020), ha riacceso le luci della ribalta su di un gruppo che si è sempre distinto in quanto ad originalità e ricercatezza sonora, oltre che per i suoi inni (synth) pop così dannatamente sfavillanti.
Un’occasione ghiottissima, dunque, per immergerci nella discografia del duo londinese attraverso la nostra TOP 10 Brani.
10. Only The Dark 2020, da “Hotspot”“Hotspot” è stato pubblicato nel 2020, anno di (dis)grazia mondiale. Si tratta di un lavoro onesto, elegante, ma piuttosto opaco in termini di “singoloni”. “Only The Dark” è una sorta di gemma nascosta tra le pieghe patinate di un disco che non avrà fatto la Storia dei Pet Shop Boys, ma che ne ha comunque rinverdito i fasti.
9. Suburbia 1986, da “Please”Ascoltare “Suburbia”, gustarsi il video con religiosa attenzione, equivale a farsi un giro negli Anni Ottanta della provincia inglese. Musicalmente, invece, si tratta di uno dei brani più iconici dei nostri. Nonchè dell’ultimo singolo estratto da quel capolavoro indiscutibile che è “Please”, primo album della coppia Tennant-Lowe.
8. Go West 1993, da “Very”Amatissima dai fan della band, “Go West” è la cover geniale di un pezzone dei Village People (del ’79). Non solo. “Very” (l’album che la contiene), infatti, è uno dei dischi più belli degli Anni Novanta. Durante il decennio di “Friends” e di “Beverly Hills 90210”, “Go West” era praticamente ovunque. Merito di un’intuizione del mai troppo celebrato, Chris Lowe.
7. Heart 1987, da “Actually”Altra pietra miliare dei Pet Shop Boys, “Actually” è un discone stratosferico in cui melodie appiccicose e ritornelli ultra-pop brillano come monili in un deserto. “Heart” è una delle tracce-simbolo dell’opera. La prova evidente di come, sul finire degli eighties, i due vivessero in un perenne stato di grazia.
6. Thorn I Want A Dog 1988, da “Introspective”Qualcuno lo definirà un “pezzo minore”. E forse lo è. Ma è anche un trattato sull’utilizzo sapiente dei sintetizzatori. “I Want A Dog” è il suono dei 90s con un biennio di anticipo. Spettacolo!
5. Always On My Mind 1988, da “Introspective”Elvis prestato al synth-pop. Una caramella dorata, in pratica. Già. Perchè i Pet Shop Boys riescono a trasformare l’omonimo brano del “Re” (datato 1972) in una traccia che è allo stesso tempo nostalgica e danzereccia. La classe non è acqua. Frase fatta, certo, ma azzeccatissima per Neil Tennant e Chris Lowe.
4. Home And Dry 2002, da “Release”Primo singolo estratto da quel bel dischetto che risponde al nome di “Release”. “Home And Dry” rappresenta una dei punti più alti raggiunti dai Pet Shop Boys durante i primi Anni Duemila. Un ritornello “killer” ed l’espressività del video sembrano quasi richiamare alla “sacra trilogia” dei primi tre album del duo britannico.
3. It’s A Sin 1987, da “Actually”La scelta del podio, in una TOP 10 Brani, è sempre la parte più difficile. “It’s A Sin”, infatti, è uno dei brani più idolatrati della formazione inglese. Ricordo ancora il video trasmesso in “heavy-rotation” da MTV – durante gli speciali sugli 80s – quando quest’ultima rappresentava un accettabile contenitore per gli affamati compulsivi di buona musica. Bei tempi.
2. Domino Dancing 1988, da “Introspective”I Pet Shop Boys nel loro massimo splendore. “Domino Dancing” è puro synth-pop per palati fini condito da un (bel) pizzico di dance too-classy. E cosa dire della voce magnetica di Neil Tennant? Chi non lo avesse ancora fatto, dovrebbe rispolverare la sua vecchia copia di “Introspective” e rituffarsi in delle meravigliose atmosfere sonore che all’epoca, probabilmente, sono state un tantino sottovalutate.
1. West End Girls 1986, da “Please”Sarà per quel giro di basso così accattivante o per un sound che sembra provenire direttamente da un futuro non ancora inventato, ma “West End Girls” resta un pezzone fragoroso. L’ennesimo highlight di un debut-album (Il già citato, “Please”) che è un capolavoro della musica pop. Lunga vita, dunque, a Neil Tennant ed a Chris Lowe. Dio benedica i Pet Shop Boys!