Umberto Negri, primo bassista dei CCCP – Fedeli alla linea, pubblicava nel 2010 “Io e i CCCP” per Shake Edizioni. Il libro è recentemente tornato nelle librerie in edizione riveduta e Rolling Stone Italia, anche alla luce del grande clamore sollevato dalla band prima con la mostra a Reggio Emilia, poi con le date di Berlino e ancora con l’annuncio di un nuovo tour estivo, ha deciso di scambiare due chiacchiere con lui.
Ci si chiede, ovviamente, di primo acchito come mai lui non sia della partita in questo ritorno e la risposta è semplicemente che nessuno gli ha chiesto di tornare ad imbracciare il basso. Gli è stato chiesto di cedere delle foto per la mostra di Reggio Emilia, ma nulla in merito alla parte musicale.
Poi si passa al suo ruolo nella band e qui iniziano i dolori, con situazioni che, per il musicista, rasentano il falso storico:
…Dalla mostra in poi, sono uscite settemila interviste nelle quali semplicemente mi hanno ignorato…Nella loro narrazione sembra che la formazione originale dei CCCP sia Ferretti-Zamboni-Annarella-Fatur. Negli articoli che parlano di questo album (“Altro che nuovo nuovo”, il live del 1983 appena pubblicato) leggo che me ne sarei andato subito dopo, perché dovevo continuare a studiare, e che poi sono entrati Annarella e Fatur e sono nati “i veri CCCP”. Questa è una narrazione ai limiti del falso. Quando sono entrati Annarella e Fatur io c’ero e ci sono stato fino al 1985…
Negri sottolinea che un po’ meno di 15 anni fa aveva chiesto lui stesso a Ferretti (“Senza di lui i CCCP non ci sono“) di pensare a una reunion, ma GLF aveva declinato l’offerta (“Lui mi disse che ci aveva messo vent’anni a riprendersi dai CCCP e non ne voleva più sapere“). Secondo il bassista le vere anime di questa nuova reunion sono “Annarella e da Zamboni, che hanno convinto GLF a fare la mostra.”
Negri si sofferma volentieri su Giovanni Lindo:
Da quando lo conosco, lui dice esattamente il contrario di quello che ci si aspetterebbe da lui. Ferretti è così, pubblicamente dice sempre le cose sbagliate. Umanamente però è una persona assolutamente amabile.
Poi il pensiero va a quel 1985, quando Ferretti era scomparso per poi tornare con il contratto con la Virgin (e la macchina nuova). In quel momento Negri decise di andrsene. Negli anni successivi ci furono “scazzi” con Zamboni, ma anche i complimenti di Ferretti per il suo libro e la stima di Annarella (“Il bassista dei CCCP sei tu“) ma ora…
Pensai che forse ce l’avevo fatta a ristabilire il mio ruolo. Oggi sono passati quasi quindici anni da allora e non ne ho più voglia. Annarella ha cambiato completamente idea. Non vogliono che io sia dentro. Secondo me perché vogliono i loro soldi. Forse neanch’io ci vorrei andare. Se abitassi a Reggio Emilia avrei potuto parlare con ciascuno di loro, andarci a cena, litigare. Ma io me ne sto qui a Torino, non ho più legami a Reggio Emilia e non voglio andarci. È andata così.
Nel finale dell’intervista, dopo aver approfondito il suo rapporto difficile con Zamboni e aver ammesso di non essere andato a vedere la mostra di Reggio Emilia, Negri chiude con un tono un po’ amaro, ma non ha rimpianti:
“Io non mi sono mai pentito di essere andato via“
Sperava che le cose si sarebbero aggiustate a tal punto da appianare tutte le divergenze per, magari, tornare anche suonare su un palco tutti insieme. Non è andata così.