Tornano i Gossip dopo tantissimi anni, addirittura 12 dall’ultimo lavoro in studio, infatti a “A Joyful Noise” usciva esattamente nel 2012, tre anni dal successo di “Music for Men” e sei dopo “Standing In The Way Of Control” disco svolta carriera, con una title track, che vale, tuttora oggi, un biglietto da visita in termini di visibilità, per altro conquistata grazie anche l’indubbio carisma di Beth Ditto, icona generazionale, che venne presa come riferimento.

Un collettivo arrivato, appunto, anche ad una sorta di grande pubblico, assolutamente pre social dato che stiamo parlando di metà anni zero con una sorta pop punk da battaglia muschiato ad un approccio danzereccio.

Il disco nuovo invece è la maturità fatta a persona, grazie anche al ritorno di Rick Rubin, che bissa la sua presenza in regia dopo l’abbuffata del già citato “Music for men” e della super hit “Heavy Cross”, il classico album adulto di chi i vent’anni li ha superati da un pezzo e giustamente non può essere più quello di allora, non tanto per l’approccio, che può essere continuativo con quel passato, ma per la scrittura di fondo, più ragionata ed esigente. Con una Beth Ditto oggettivamente ritornata sui suoi livelli dopo un periodo altalenante ed una carriera quasi messa in stand-by.

“Real Power”, questo il titolo è un concentrato di melodie vincenti, quelle da qualità superiore alla media e distanti, per scelte armoniche, dalle hit di un tempo, si ascolti, per esempio., il singolo “Act Of God”, oggettivamente una bella canzone, ben congegnata e prodotta, dalle parti di un certo pop anni ottanta, stesso effetto fanno le note colorata della ballad “Peace and Quiet”, che colpisce nella sua semplicità e, senza paura di dirlo, efficacia, arrivando al dunque, o perché no il pop rotondo di “Crazy Again”, che prende in prestito diverse cose da un archivio ipotetico, anche in ambito mainstream, sebbene ben lavorato tanto da rimanere indie (termine che si può ancora utilizzare?).

Magari la title track potrebbe riecheggiare, maggiormente, il passato che fu con un synth bass a fare da padrone di casa, ma. comunque anche qui, trovo ci sia una leggera virata verso altri lidi, rispetto al solito, parliamo di dettagli, ma che ci possono stare, soprattutto dopo una pausa così lunga.

A mio giudizio disco promosso a pieni voti, anzi piccola sorpresa. Nessuna pretesa di cambiare le sorti del pop contemporaneo, ma semplicemente la voglia di fare bella musica e tornare in tour.