Non è mica facile scrivere di uno dei dischi più iconici dei francesi Phoenix. Già, perché “Alphabetical” – pur non contenendo dei singoloni d’alta quota come il precedente “United” (vi dice niente “If I Ever Feel Better“?) – resta uno di quei lavori intrinsecamente legati ai primi anni Duemila ed a tutto quell’immaginario patinato della musica indie-pop-rock francese.

Provateci voi ad unire dance e new-wave in una sorta di ibrido glitterato pronto a far esplodere i club di mezza Europa a suon di ritornelli malinconicamente deliziosi e di melodie appiccicose come sabbia della Costa Azzurra. Certo, la voce del caro vecchio Thomas Mars non è mai stata di quelle che lacerano l’anima dal profondo; epperò, il Nostro, si è sempre contraddistinto per una vocalità dignitosissima ed a suo modo iconica, oltre che per un carisma difficilmente riscontrabili in altri lidi artistici.

“Alphabetical”, dunque, è stato il secondo (vero) banco di prova per i Phoenix. L’album della riconferma a grandi livelli. Va da sé, naturalmente, che a quei tempi, dalle parti dei cugini transalpini vi fosse un bel po’ di fermento per ciò che concerneva la scena musicale nazionale: dai Daft Punk agli Air, passando per i Cassius ed M83, infatti, la Francia degli anni Zero è stata una delle dominatrici assolute di quel regno (dis)incantato che è l’universo delle sette note. Poco da dire.

Musicalmente, invece, l’album prodotto da Tony Hoffer (in collaborazione con i quattro musicisti transalpini) è un’opera che va ascoltata con religiosa attenzione, per riuscire a scorgere pienamente i suoi angoli più luccicanti. “Run Run Run”, per esempio, è una mid-tempo a chiare tinte elettroniche, condita, però, dalla solita componente languido-autorale tipica della “Fenice”. E cosa dire di “Everything Everything” se non che si tratta di uno di quei pezzoni-evergreen gettonatissimi durante i live del gruppo francese?

“Love For Granted”, invece, è la solita ballata phoenixiana: dove la leggerezza degli accordi e la graziosità dell’incedere ritmico trasportano l’ascoltatore in un microcosmo fatto di semplice armoniosità. E lo stesso discorso, se vogliamo, lo si potrebbe estendere pure a brani quali “Congratulations” o alla stessa title-track. I Phoenix, in pratica, sono riusciti a creare un proprio universo sonoro senza nemmeno accorgersene. Altro che “One-hit wonder” ed amenità varie.

E la bellezza imperfetta di un album atipico come “Alphabetical” risiede tutta lì. Ovvero, nella potenza stratosferica di una band che non ha mai apprezzato particolarmente le luci dei riflettori, pur non disdegnando – ovviamente – una sorta di forma-canzone che gli garantisse una capatina al di fuori della propria comfort-zone. Tradotto in soldoni, l’opera seconda di Mars e soci, più che per il mero successo “mainstream”, è stata necessaria per il prosieguo del cammino del gruppo francese sulla strada serrata della scena alternativa mondiale.

In pratica, se oggi c’è ancora vita sul “pianeta Phoenix” lo dobbiamo anche a un disco come “Alphabetical”.   

Pubblicazione: 29 marzo 2004
Durata: 37:37
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: indie-rock, dance, new-wave
Etichetta: Source
Producer: Tony Hoffer, Phoenix

Tracklist:

  1. Everything Is Everything
  2. Run Run Run
  3. I’m an Actor
  4. Love for Granted
  5. Victim of the Crime
  6. (You Can’t Blame It On) Anybody
  7. Congratulations
  8. If It’s Not with You
  9. Holdin’ on Together
  10. Alphabetical