Cantautorato genuino e scanzonato quello di Bombay, che dopo l’esordio omonimo, “Numero 2″, “Ritratto di Bombay” e “Album” torna con un’altra manciata di canzoni anzi “Canzonissime” – ogni riferimento alla trasmissione TV è puramente voluto – prodotte insieme a Riccardo Pasquarella. Un sentito omaggio al pop d’autore degli anni sessanta e settanta reso più moderno, contemporaneo negli arrangiamenti.
Sound minimale che conferma l’attitudine del Nostro a far da sé, all’insegna dello scrivi – registra – pubblica senza per forza doversi appoggiare a etichette e management scegliendo invece di volta in volta con chi collaborare. Leggerezza contagiosa la sua, quando parla della Roma verace di “Sant’Agnese” o nei ritornelli di “Giuro Non Avevo Capito”.
“Cesare” e “Arturo” prendono il testimone dal “Francesco” di “Album” in una ideale staffetta di volti e storie da raccontare senza censure, melodica la prima grintosissima e rabbiosa la seconda. Lieve Bombay ma anche maturo e introspettivo in “Pensami Sopra Una Nave”, “La Notte”, “Prima Di Mandare Tutto All’Aria” o “Oggi Mi Sono Buttato Al Mare” e “Ginnastica”.
Eccentrico, divertente, provocatorio come dimostrano “Tu Non Puoi Venire Ai Miei Concerti” e “Odore Di Canna”, “Meduse” con la spiaggia che torna protagonista, si mette in gioco in dodici canzoni pop “da ascoltare in bicicletta, sotto la pioggia” che valorizzano chitarra e voce tra ironia e libertà, sentimenti vissuti senza tragedie ma con asciutta convinzione e la voglia di provarci ancora.