Diavolaccio di un Mike Levy. Come definireste, altrimenti, la musica di Gesaffelstein (il vecchio Mike, per l’appunto) se non elettronica diabolicamente sopraffina? Ascoltare per credere. Già. Perché tra le pieghe ben ricamate degli undici brani che vanno a comporre la succulenta tracklist di “Gamma” – terzo album in studio del DJ/Producer francese – si nasconde un certo retrogusto post-punk che si affaccia dalle parti degli Human League (dei tempi d’oro) fino a sfociare nelle sonorità darkwave dei primissimi Depeche Mode. Un album con i controfiocchi, in pratica.
L’artista di Lione, del resto, non è nuovo ad incursioni del genere, basti ascoltare il suo lavoro precedente (“Hyperion” del 2019) per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un musicista vero, con buona pace degli animi duri e puri della cosiddetta scena alternativa mondiale. Entrando ancor più nello specifico – e ricollegandoci alle premesse iniziali -, infatti, è difficile resistere alle “tentazioni” proposte dai synths sfavillanti di pezzi come l’opener “Digital Slaves” o alla stessa “Hard Times”, primo singolo estratto dal disco in questione.
È un album notturno, “Gamma”, nonché fortemente ancorato al suo sopraccitato predecessore. Poco da dire. A tutto il resto, invece, ci pensa la voce iconicamente crepuscolare del caro vecchio Yan Wagner, protagonista (incisivo) di ben sette brani del Nostro. “The Urge” è un altro di quei pezzi in odor di singolo, che grazie ad un ritornello tra i più esplosivi del lotto e ad un incedere che è puro godimento electro-darkwave (almeno fino al sorprendente finalone) si iscrive di diritto nella lista dei potenziali highlights dell’album.
E lo stesso discorso, se vogliamo, potremmo estenderlo pure a quella marcia epica (anche se breve) che risponde al nome di “The Perfect”). Etichettare Gesaffelstein come un canonico DJ, dunque, significa approcciare in maniera piuttosto superficiale un progetto che è pura dinamite sonora. Stiamo parlando, del resto, dell’opera nuova di un producer che in passato ha contribuito – in maniera quasi risolutiva – ad uno dei disconi più importanti degli Anni Dieci e non solo in ambito hip-hop: vi dice niente “Yeezus” di “tale” Kanye West?
Ritornando a bomba e provando a tirare un po’ le somme, “Gamma” è un lavoro che supera di gran lunga la sufficienza per il suo essere una sorta di gioiellino dalle stimmate chiaramente post-punk. Un’opportunità ghiottissima – per chi ancora non lo avesse fatto – di navigare tra gli oceani misteriosi di un produttore tra i più in gamba (e per certi versi, “visionari”) della propria generazione.
Detto in maniera più spicciola, il terzo album di Gesaffelstein è uno dei lavori più convincenti di questo primo quarto di 2024. Elettronica e synths, certo. Ma con un tocco regale difficilmente riscontrabile in altri lidi.