Il suo disco dance così il sassofonista Kamasi Washington ha definito il quinto album “Fearless Movement “. Dance non  nello stile ma nei fatti, nella voglia di far ballare, muovere, di esprimere emozioni attraverso il corpo in un’ora e ventisei di musica condivisa con anime affini ispirata dalla nascita dei due figli di Washington.

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Dodici brani terreni e riflessivi dove il jazz viene praticato come forma di vita con il sax ovvio protagonista spesso affiancato dal piano come in “Lesanu” ad esempio, che include una preghiera in lingua Ge’ez tipica della liturgia ortodossa etiope. Un feeling corale e bandistico caratterizza molti momenti collaborativi come l’energica “Asha The First” con Taj e Ras Austin di Coast Contra, figli del rapper Ras Kass e Thundercat a creare un sound coinvolgente e ritmato.

Molto diversa “Computer Love” che punta su melodie malinconiche e avvolgenti con Patrice Quinn alla voce e la presenza non scontata di DJ Battlecat e Brandon Coleman. “The Visionary” di nome e di fatto è un incontro spirituale con Terrace Martin, “Get Lit” crea un ponte tra passato e presente con il flow di D Smoke e un George Clinton (Parliament, Funkadelic) decisamente in forma. Andrè 3000 continua a stupire al flauto in una “Dream State” quasi zen prima di “Together” screziata di soul.

Gli ultimi cinque brani vedono Kamasi Washington prendersi il giusto spazio tra la gioia evocata in “The Garden Path”, i tredici dinamici minuti di “Road To Self (KO)”, il passo da colonna sonora di “Interstellar Peace ( The Last Stance)” il ritmo classico di “Lines In The Sand” e le alte frequenze di “Prologue”.  Un disco vario e corposo che conferma la sua voglia di suonare un jazz vivo e mutante, rispettoso della storia ma capace di guardare sempre avanti.