Quando uscì e comprai “Hallowed Ground” ne rimasi assolutamente fulminato, avevo il loro primo album e mi era piaciuto parecchio ma in questo nuovo lavoro trovai un’insieme di brani che nella loro diversità comunicavano una completezza del suono che li poneva come qualcosa di assolutamente nuovo, un album con una natura punk nel quale però vivevano dei brani di generi diversi capaci pero’ di creare un sentimento univoco nell’ascoltatore.
La sensazione era quella avuta per alcuni album di grandi band che avevano una linea precisa e diretta, quello che era successo con i Talking Heads con “Remain in Light” (l’insieme di elettronica, funk e ritmi africani ti guidavano dall’inizio alla fine creando un mondo, alimentando la fantasia dell’ascoltatore proiettando immagini metropolitane) e anche con “Pornography” dei Cure ( suono e testi che non lasciavano scampo e ti trasmetteva l’oscurita’ esistenziale di Rober Smith) si ripeteva in questo album dei Violent Femmes, sembravano tutti dei concept album anche se non lo erano.
Cosi’ come gli album citati dei Cure e dei Talking Heads resteranno un unicum nella loro carriera ( contrassegnata comunque da tanti album notevoli) anche “Halloweed Ground” seguirà la stessa sorte, l’album trasmetteva attraverso la sua costruzione una specie di improvvisazione da studio (che ovviamente non esisteva) contrassegnato dalla forza del periodo punk e riusciva a sorprendere brano dopo brano grazie un ecclettismo sonoro che non ti dava tregua, il tutto affascinava e rappresentava per me una di quelle cose che cercavo sempre nella musica ( e in fondo è quello che oggi cerco ancora nelle nuove band di oggi).
I Violent Femmes davano gia’ dal primo ascolto un precisa sensazione di aver realizzato un album libero, senza condizionamenti con brani che non necessitavano di essere tirati a lucido da sovraproduzioni da studio ma che pulsavano e vivevano della loro forza grezza e anarchia musicale, un potere attrattivo che verra’ mitigato gia’ nell’album successivo “The Blind Leading the Naked” che doveva essere il lavoro per il loro lancio definitivo nelle classifiche, in realta’ la produzione di Jerry Harrison (Talking Heads) non giovera’ alla band finendo con il far perdere il tratto originale del loro sound.
Tornando ad “Halloweed Ground” come dicevo prima l’album era assolutamente affascinante fin dal primo brano, “Country Death Song”, che apriva le danze, era un pezzo che si inseriva nella tradizione del Southern Gothic, il racconto di un padre che nella miseria uccide la propria famiglia, la descrizione dell’omicidio della figlia gettata in un pozzo e il suo suicidio impiccandosi nella stalla era un colpo allo stomaco che lasciava stupiti e interdetti.
Se con Hear The Rain giocavano con le sovrapposizioni vocali creando una specie di sensazione schizzofrenica aumentata dal testo, ci pensava poi “Never Tell ” a farci piombare in un frenetico e vibrande post punk perfetto e poi “Jesus Walking On The Water” a riconsegnarci i Violent Femmes piu’ strambi che tanto amavamo con un brano che celebrava la religiosita’ di Gordon Gano, cosa che fara’ poi in maniera eccezionale nel suo album dalle tinte gospel realizzato con i sui Mercy Seat.
“I Know It’s True But I’m Sorry To Say” ottimo e riuscito lento serviva a calmare un po’ le acque in vista di una seconda parte che teneva alta la qualita’ dell’album contrassegnato dall’oscura e fantastica “Hallowed Ground”, dall’ottimo blues “Sweet Misery Blues” e soprattutto da “Black Girls” che per il testo e’ costata qualche accusa di razzismo ma che a leggerla bene gioca sulla religiosita’ come mezzo per nascondersi e negare la propria natura, un brano che tra fiati jazz selvaggi, una batteria protagonista e tanti strumenti e’ un momento unico e irripetibile per i Violent Femmes.
“Hallowed Ground” e’ il momento piu’ alto dei Violent Femmes che li rende indimenticabili, negli anni successivi ci proveranno ancora riuscendo a realizzare sempre piacevoli album senza pero’ essere mai in grado di mantenere questo livello, con “Why Do Birds Sing?” ci andranno vicini ma questa e’ un’altra storia
Pubblicazione: 11 giugno 1984
Durata: 38:57
Tracce: 11
Genere: Folk punk
Etichetta: Slash Records
Produttore: Mark Van Hecke
Track List
1. Country Death Song
2. I Hear The Rain
3. Never Tell
4. Jesus Walking On The Water
5. I Know It’s True But I’m Sorry To Say
6. Hallowed Ground
7. Sweet Misery Blues
8. Black Girls
9. It’s Gonna Rain