Sabato 11 maggio, cinema Beltrade, Milano. Milano perché viene meglio o forse solo perché ci vivo. Fatto sta che “Il segreto di Liberato” visto “fuori contesto” assume tutt’altra valenza.

Chi è Liberato? Perché è Liberato? Sono queste le domande che da sette anni ormai si fa chiunque e ora, alla fine del film, posso dire che personalmente non mi interessa. Zero. Tra schegge di esibizioni live (Rotoda Diaz e piazza Plebiscito a Napoli, Roma, Milano, fino a Parigi, Berlino e Londra), interviste a Fancesco Lettieri (deus ex machina e regista di quasi tutti i suoi video), il suo entourage e un toccante e suggestivo racconto delle origini del Nostro in formato anime, con colori fortissimi e slow motion che catturano emozioni adolescenziali e i primi vagiti creativi; “Il segreto di Liberato” non indulge a oleografie dandomi una Napoli viva ma misteriosa, silente e splendida cornice ad un ragazzo con un perenne ciuffo che gli oblia il volto (un Harlock anni 2000) che consapevole del suo talento fugge a Londra in cerca di fortuna per poi tornare a Napoli e affermarsi diventando ciò che è.

Perchè la rosa come simbolo? E chi è Lucia, presente nella title track che fa da traino alla pellicola? Perché si fa vivo sempre a Maggio? Perché il nome Liberato? Domande che avranno una risposta e io, che soffro di amore e odio per la mia città, bastardamente bellissima ho pianto quando nelle scene di animazione Liberato e Lucia camminano per il centro storico sostando fuori al Liceo Genovesi. Ascoltavo le loro voci ed erano le voci degli anni della mia adolescenza tra una canna e un’occupazione. Mi sono commosso quando ho visto una città adorante esplodere di colori davanti a un palco con una figura incappucciata e obliata che unisce ritmi di bristoliana memoria, cose mediterranee alla Pino e Senese e quella ruffiana neomelodia grezza ma mai troppo volgare.

Liberato sa quali corde toccare e sa che anche l’Europa è pronta per il suo messaggio (come ho avuto modo di chiedere a Lettieri presente in sala) sia allo Sziget che al Primavera Sound. Liberato è ciò che siamo stati tutti quando, timidi, lei ci faceva battere il cuore e abbiamo pensato che: Si nun stamm assieme (Se non stiamo insieme) Nunn’ è na disgrazia (non è una disgrazia) Parimm’ dduje cazz (Sembriamo due cazzi), Lucì…