Credit: Giulio Sgarbi

Dopo l’apertura del concerto degli Editors a Genova della scorsa estate, i Coach Party sono tornati in Italia per due date da headliner.

La band dell’Isola di Wight nel frattempo a settembre dello scorso anno, via Chess Club Records, ha pubblicato il suo primo LP, “Killjoy”, ottenendo un buon riscontro nel Regno Unito e non solo.

Il gruppo inglese è nato nel 2019 e nei tre anni successivi ha pubblicato ben tre EP, prima di arrivare alla prima prova sulla lunga distanza alla fine dello scorso anno.

Il Covo Club, che ospita il concerto di stasera, ha un discreto numero di presenze a supporto dei Coach Party: la serata inizia alle undici e un quarto ed è subito con una bomba come “Micro Agression”, assolutamente devastante. Elettrica ed eccitante, con le sue rumorose chitarre ci mostra il volto più rock e aggressivo della formazione britannica.

Dopo qualche synth all’inizio, “Everybody Hates Me” getta nella mischia ancora tante sei corde veloci e melodiche, sfociando poi in un ritornello irresistibile e pieno di energia.

Poco dopo “Born Leader” ci porta invece verso potenti territori shoegaze dalle gradevoli senzazioni melodiche, mentre la successiva “July” ha un’atmosfera decisamente poppy e risulta assolutamente piacevole e tranquilla, prima di arrivare a un finale delirante.

La bellezza di “Nothing In Real” sta nei suoi continui cambi di umore: da una parte una calma inaspettata quanto gradita, dall’altra la fragorosa irruenza shoegaze e queste sue numerose variazioni all’interno dei suoi quattro minuti la rendono davvero speciale e amata dal pubblico emiliano.

Se “Always Been You” mette ci dimostra ancora una volta ancora che la vena melodica dei Coach Party anche dal vivo è completamente azzeccata, “Can’t Talk, Won’t” è invece decisamente punky e rumorosa con grida e ritmi folli.

“Sweetheart” poi per lungo tempo sembra rispettare il suo titolo risultando romantica e riflessiva, ma poi esplode verso la fine con l’ennesimo tuffo di intensità.

Il pubblico felsineo è ormai conquistato e la parte finale del concerto è una continua crescita ed eccitazione con canzoni come “Breakdown” o “All I Wanna Do Is Hate”, che è una bomba vera e propria.

Poco più di un’oretta, divertente e piacevolissima, proprio come le melodie dei Coach Party, che hanno regalato ai presenti una bella serata, mostrando che il futuro dell’indie-pop made in UK è in mani ben salde.