I Grigio Scarlatto sono un trio padovano (composto da Giovanni Stocco, Sotirios Papastefanou e Marco Gomierato) dedito a un rock molto sfaccettato dove è possibile rintracciare echi di post-punk e shoegaze ben mescolati a un’indole punk, almeno per quanto riguarda una visione (apparentemente) nichilista che emerge dai brani del loro ultimo lavoro intitolato “Detox”.
Giunto a quattro anni dall’esordio sulla lunga distanza “Antiuomo” (penalizzato a livello temporale dalla concomitanza con la pandemia), cui hanno fatto seguito due Ep (“T9 Vol.1″ e “T9 Vol.2″), questo nuovo lavoro denota un passo in avanti nella scrittura delle canzoni, soprattutto ne evidenzia più in generale una crescita in quanto a carattere e consapevolezza.
In brani oscuri quanto potenti, come “Segni” (in cui fa capolino in apertura un basso pulsante che ricorda certe partiture di Peter Hook) e “Guacamole”, i ragazzi mostrano muscoli e sentimenti, ma anche una penna interessante nello sviscerare concetti quali solitudine e alienazione, mentre altrove, come in “NSSP” centrifugano l’ascoltatore in un viaggio sonico.
I Grigio Scarlatto sono ancora giovani ma già in possesso di una personalità ben definita che permea tutti i momenti di questo mini-album, il quale scorre veloce in tutta la sua urgenza creativa senza mai strizzare l’occhio a comode e facili soluzioni.
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