Dopo un convincente esordio come “Audio Drag For Ego Slabs”, uscito a ottobre 2021, i Gustaf sono tornati a inizio aprile con questo loro secondo LP, pubblicato da Royal Mountain Records.
Registrato, prodotto e mixato dalla nota produttrice Erin Tonkon (David Bowie, The Damned, Esperanza Spalding) “Package Pt. 2″ porta una ritrovata consapevolezza di sé, come da note stampa, nell’approccio della band alla vita e alle relazioni.
Sporca e ipnotica, l’iniziale “Statue” sembra una perfetta introduzione per questo secondo album: rumorosa e intensa, continua a crescere con le continue grida della frontowoman Lydia Gammill.
Subito dopo ecco una di quelle che possiamo definire come “canzone simbolo” di questo sophomore, “Close”, un post-punk ruvido e incazzato, dove troviamo tra i protagonisti sia il basso di Tine Hill, con quei suoi riff cattivi, sia alcuni elementi elettronici che la rendono ancora più eccitante e adrenalinica.
Interessantissima poi l’esplorazione di “Here Hair” che, nei suoi quasi cinque minuti, si trasforma in pochi momenti da tranquilla e caotica e nervosa e viceversa, utilizzando percussioni dai ritmi quasi tribali e beat elettronici inaspettati, quanto graditi.
Subito dopo ecco il pezzo “gemello”, “Hard Hair”, di appena quaranta secondi: punky, violento, arriva dritto in faccia con la sua cattiveria e, con le sue chitarre eccitanti, melodiche e inarrestabili, ci ricorda l’adrenalina di Amyl & The Sniffers o i momenti più folli dei Parquet Courts.
“End Of The Year”, invece, chiude il disco in maniera decisamente tranquilla e riflessiva, facendoci conoscere anche un lato più morbido e sensibile, sebbene cupo dei Gustaf.
Anche la seconda prova è superata da parte della band di Brooklyn e il risultato è assolutamente eccitante e gradevole.