Geoff Barrow, Billy Fuller e Will Young insieme in una stanza come ai tempi del primo album dei Beak> per dar vita al disco numero quattro dopo anni di singoli e collaborazioni (“Kosmik Musik” con l’artista e autore di graphic novel Joe Currie la più recente). Uscita a sorpresa, nessun singolo, nove brani pensati per essere ascoltati uno dopo l’altro.
Indie – rock, elettronica, psichedelia, tutto suonato con grande libertà fin dalle prime note di “Strawberry Line” ingegnosa suite di otto minuti con un arrangiamento inizialmente minimale ma potente che cresce con l’ingresso della batteria e dei sintetizzatori, un omaggio affettuoso a Alfie Barrow, il cane che appare in copertina.
Dinamica e intensa “The Seal” altro brano dove la perizia compositiva dei tre è evidente, come in “Ah Yeh” e “Bloody Miles”del resto, puramente psichedelica “Windmill Hill”. Le armonie oblique e grintose di “Denim” impreziosiscono un album che sa regalare momenti riflessivi (“Hungry Are We”) graffianti, sperimentali e kraut come “Secrets” e il suono noir, sinuoso e distorto di “Cellophane” molto adatto al tono del disco.
Il quarto dei Beak> è un viaggio sonoro appagante, mai banale, che non fa rimpiangere la lunga attesa dopo “>>>” (2018). Barrow, Fuller e Young hanno intenzione di suonare dal vivo questo nuovo lavoro dall’inizio alla fine, con poche concessioni al passato. Appuntamento fissato per novembre dunque, intanto ascolto vivamente consigliato.