Premetto che in generale non amo le cover in particolare quando sono di canzoni famose e già di per se assolutamente valide e capaci di resistere al tempo che passa, diverso il caso in cui si vanno a prendere brani sconosciuti e li si trasforma in successi internazionali come clamorosamente avvenuto, solo per fare qualche esempio, a brani come “Torn” (da Ednaswap a Natalie Imbruglia) o “Girls Just Want to Have Fun” (da Robert Hazard a Cindy Lauper) o alla presente “Take Me To The River (da Al Green ai Talking Heads) e tanti altri (magari ci starebbe una bella Top Ten o l’abbiamo già fatta?).
Quindi da amante dei Talking Heads l’annuncio di un album di loro cover non mi suscitava alcun interesse e, nel raccontarlo per Indie For Bunnies, devo per forza confessare di partire prevenuto e con atteggiamento snob.
Bene fatte le doverose e oneste premesse partiamo con un bell’ascolto brano dopo brano.
“Psycho Killer” (Miley Cyrus)
Brano iconico del Talking Heads che regalò immediata popolarità alla band pubblicato nell’esordio “Talking Heads: 77” e che all’epoca ci fece subito innamorare di loro, Miley Cyrus la stravolge trasformandola in un brano pop pieno di coretti irritanti cambiando testo e melodia con un coraggio e sfrontatezza che sfiora la blasfemia. Voto 3,5
“Heaven” (The National)
“Heaven” è un brano che all’epoca amai moltissimo come tutto l’album che la conteneva “Fear of Music”, nella versione originale il cantato di Byrne dava un senso di isterica rassegnazione, una lettura drammatica di un paradiso dove nulla succede e nel quale sentirai in eterno suonare la stessa canzone, certo la tua preferita ma sempre la stessa.
The National ne fanno una versione rispettosa che però toglie parecchio e aggiunge poco niente, una versione karaoke dignitosa ma deludente. Voto 5
“Thank You for Sending Me an Angel” (Blondshell)
Ecco finalmente qualcuno che sa il fatto suo, Blondshell tira fuori una bella versione di “Thank You for Sending Me an Angel” spogliandola e lentamente creando un vestito nuovo che bene si accompagna al testo sullo stupore di un padre di avere un angelo al suo fianco.
La cover risulta una versione che plausibilmente potrebbe effettivamente essere una nuova versione per un ipotetico ritorno live dei Talking Heads. Voto 7,5
“Found a Job” (The Linda Lindas)
Come il precedente proviene da “More Songs About Buildings and Food” e le Linda Lindas ne mantengono lo spirito proponendo una versione tutto sommato fedele che nel finale si concede qualche libertà, si potrebbe dire quello che è stato detto per i National ma qui tutto e fatto meglio. Voto 6
“Slippery People” (Él Mató a un Policía Motorizado)
Quando uscì “Speaking in Tongues” c’era un problema di aspettative, almeno per me che avevo amato alla follia “Remain in The Light”, per cui ammetto con vergogna che ebbi da ridire considerandolo un passo indietro rispetto il precedente, in realtà era errato proprio paragonarlo ad un capolavoro assoluto della musica.
Con il tempo l’ho amato e in particolare proprio questa “Slippery People” finiva in tutte le mie cassette, cosa ne fa Él Mató a un Policía Motorizado di questo brano? Ditemelo voi che a me non è molto chiaro. Voto 3
“Burning Down the House” (Paramore)
Singolo di grande successo che apriva “Speaking in Tongues” e che scalò le classifiche americane ma non quelle europee , i Paramore ne fanno una versione che nelle intenzione voleva essere magari più rock ma che non si discosta dall’originale, non da buttare via ma neanche da ricordarsene particolarmente a lungo. Voto 6
“Life During Wartime” (DJ Tunez)
“Life During Wartime” è uno dei capolavori assoluti dei Talking Heads, nella descrizione di un mondo post apocalittico nel quale ci si nasconde e ci si nutre con cibo razionato, nel quale non si è più al Mudd Club o al CBGB e non si a tempo per feste o discoteca la band mostrava musicalmente una coralità intensissima.
DJ Tunez ne fa una versione jazzeggiante che dopo il primo minuto non vedi l’ora che finisca, quattro minuti e ventiquattro secondi infiniti ma che poi finalmente finisce, ok andiamo avanti con la prossima, Voto 3
“Making Flippy Floppy” (Teezo Touchdown)
Teezo Touchdown realizza una versione di “Making Flippy Floppy” che pur restando abbastanza fedele sembra quasi essere influenzata da Prince che scopro essere un suo mito, ad ascoltarla mi sembrava piu’ lunga ma ho controllato e dura un secondo di meno. Comincio ad essere stanco, quante ne mancano? Sono solo alla metà. Voto 5
“Swamp” (Jean Dawson)
Che dire di questa versione di Jean Dawson? Difficile poter dire qualcosa e riconoscere “Swamp” da quello che è riuscito a tirare fuori dal suo cappello, neanche doveva essere in questa compilation ma nessuno molto probabilmente ha avuto il coraggio di dirglielo. Voto 3
“What a Day That Was” (The Cavemen)
The Cavemen affrontano “What a Day That Was” spogliandola e arrancando a più riprese anche vocalmente, il pezzo è bellissimo ma nelle loro mani perde parecchio della sua incisività, non ci siamo proprio non fa per loro. Voto 3
“This Must Be the Place (Naive Melody)” (BadBadNotGood featuring Norah Jones)
“This Must Be the Place (Naive Melody)” è la canzone d’amore dei Talking Heads che descrive il momento della serenità affettiva, in questa versione di BadBadNotGood con il featuring Norah Jones troviamo poco più di una versione karaoke, si aggiunge alle altre cover inutili ascoltate fino ad ora. Voto 4
“Once in a Lifetime” (Kevin Abstract)
Con un po’ di apprensione mi appresto ad ascoltare questa versione della mitica “Once in a Lifetime” da parte di Kevin Abstract, cosa avrà combinato? Impreco per tutta la durata del pezzo, da arresto. Voto 2
“Genius of Love” (Toro y Moi featuring Brijean)
Chi non ha amato “Genius of Love“ grande successo inaspettato dei Tom Tom Club che insieme a “Wordy Rappinghood” scalò le classifiche di tutto il mondo? Finì un po’ a sorpresa nell’album live dove perdeva un po’ di smalto rispetto alla versione da studio, uno smalto che non viene recuperato in questa versione di Toro y Moi con il featuring Brijean ma che comunque si fa ascoltare. Voto 6
“Girlfriend Is Better” (Girl in Red)
Girl in Red lascia intatta la linea melodica e riscrive e asciuga tutto il resto, il risultato non è così male resta fedele quanto basta e il brano si fa ascoltare, va bene così. Voto 6
“Take Me to the River” (Lorde)
La cover di “Take Me to the River” di Lorde appare dignitosa almeno dal punto di vista musicale, il cantato sospirato invece proprio non mi piace avrei consigliato un approccio vocale diverso ma facciamocelo bastare. Voto 6
“Crosseyed and Painless” (Chicano Batman featuring Money Mark)
Qua si trema perché “Crosseyed and Painless” è la mia canzone, ascoltata milioni di volte dopo che mi aveva fulminato in una puntata di Mr. Fantasy nel quale mostrarono il bellissimo video, come l’avranno massacrata Chicano Batman e Money Mark?
A sorpresa invece la versione non è niente male, fedele all’originale risulta piacevole all’ascolto. Voto 6,5
Finisco così questo mezzo calvario e concludo l’ascolto di questo inutile album e mi diverto a fare la media. Voto finale dell’album 4,7