Red Fender Stratocaster, Blue Fender Jazz bass.
Sono gli strumenti che Oliver e Kimberley devono amare particolarmente se vengono elencati nella pagina che bandcamp dedica al loro nuovo album “All the Flowers Bloom”.
Sono di Belfast e di loro ne avevamo già parlato in occasione dell’uscita del loro primo album “The Colours Blur” poco meno di tre anni fa.

Credit: Bodsled Team

Se Pixies e Sonic Youth venivano citati per descrivere il suono del loro debutto, in questo ultimo album prevale l’ inclinazione verso situazioni più morbide e delicate, dream pop dalle atmosfere calde e a tratti fanciullesche interpretato però con un’ attitudine indie vivace e alternativa.

Dimostrano molta attenzione nella cura dei suoni. In occasione del primo singolo Oliver aveva pure citato il compianto Steve Albini volendone riprodurre il suono della batteria, quel suono secco e diretto che ben conosciamo nei famosi album di Pixies e Nirvana (ovviamente ci fermiamo qui per motivi di spazio).
Un sound, nel complesso diretto e coinvolgente che si regge su ritornelli essenziali, due voci che si sovrappongono soventemente, testi introspettivi, chitarre spesso debitrici del jingle-jangle.

I vecchi amplificatori usati anche nel primo album (Fender Twin Reverb. Fender ’57 Custom Deluxe. Fender ’57 Champ e un Orange Rocker 15, ebbene si, dobbiamo nominarli per attirarci le simpatie di Oliver e Beverley) fanno il loro sporco (e pulito, ca va sans dire ) lavoro per distinguere e ben separare versi da ritornelli, un compito non particolarmente facile considerando la delicatezza della voce di Kimberley, ponte tra quella di Emma Anderson (Lush) e Harriet Wheeler (Sundays), che spazia tra ritornelli romantici ed atmosfere quasi fiabesche.

“Analita”, “Waiting for You”, “Rewind, Rewind”, “Bring it all Together” sono preziose miniature di un album ricco di spunti e buone ispirazioni. La conclusiva e acustica “Skin and Bones” è un tenue sussurro di Kimberley assecondato dalle splendide note di una chitarra.