La Seattle dei primi anni Novanta ed un campionario sonoro decisamente variegato sono i due punti fermi del nuovo album dei Partinico Rose, “Undeclinable Ways”. Non solo. Il fatto che i Nostri abbiano pubblicato il secondo album in studio con la storica casa discografica anglosassone, Earache Records (qualcuno ha detto Napalm Death?), la dice lunga sulla bontà del progetto in questione.
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Vincenzo Cannizzo e soci, infatti, hanno sfornato un album dannatamente accattivante, in cui ogni nota riesce a catapultare chi ascolta in un mondo fatto di riff come Dio comanda e di refrain dal chiaro retrogusto vintage ma fascinosamente attuali. Un pezzo come “Prisoners”, per esempio, appare esplosivo sin dal suo splendido intro; mentre “Crazy Shard” è una marcia adrenalinica e tirata, un uragano di chitarre che maramaldeggiano sul resto della (pur succulenta) tracklist e che richiamano ai giorni più gloriosi del rock alternativo.
Sanno il fatto loro, i Partinico Rose. Poco da dire. E “Undeclinabile Ways” è una vera e propria dichiarazione d’intenti. Basti pensare, del resto, a brani quali “Pettiness” o alla stessa title-track per rendersi conto di trovarsi di fronte ad una band con i controfiocchi, consapevole dei propri mezzi e, soprattutto, completamente scevra dal piattume atavico delle convenzioni commerciali che oggi albergano – piuttosto allegramente – anche nei lidi più alternativi. In parole povere, la proposta musicale dei Partinico Rose è quella di una formazione di tutto rispetto. Altroché.
Provando a scandagliare ancor di più i meandri di un disco maledettamente dinamitardo, c’è da togliersi il cappello di fronte ad un brano come “Rebuild”: si tratta, infatti, di uno degli highlights dell’album e di una traccia in cui le sfavillanti linee di basso (di Massimo Russo) girano intorno alle chitarre come randagi in un cortile, regalando al pezzo un’aura oltremodo dirompente.
“Unrequited Love” e “Enter” vanno a concludere nel migliore dei modi il viaggio atomico di un disco che oltre ad essere una sorta di manuale sull’alternative più cazzuto e sostanzioso, rappresenta la degna, degnissima, riconferma di una band – composta dai già citati Cannizzo (chitarra, voce e testi) e Russo (basso), ma anche dall’ottimo drumming di Carlo Schembari (batteria, synth) – che guarda oltre i confini del Vecchio Stivale senza scimmiottare nessuno.
Insomma, per chi scrive e in maniera quasi insindacabile, “Undeclinable Ways” è uno degli album più interessanti del 2024.