di Elvezio Sciallis (La Tela Nera)

Ieri sera ho visto un film stupendo. Paul Dano, che probabilmente riconoscerete in quanto ha recitato in parecchi film noti, esordisce alla regia in modo impressionante per una prima opera. Sceglie un romanzo di uno dei più grandi scrittori contemporanei americani, “Wildlife” di Richard Ford, autore che ha saputo intervenire su un minimalismo che ormai aveva già  detto tutto, innervandolo con emozioni e alzando i toni, da noi è stato pubblicato come “Incendi”.
Si tratta, e non è spoiler perchè praticamente parte così, della storia di un probabile divorzio, vista dagli occhi del figlio e con, sul retro, sempre presente e quasi mai visibile, un enorme incendio che minaccia il paesaggio.

Se su Jake Gyllenhaal è ormai inutile dire qualcosa perchè la sua estrema serietà  paga sempre, l’occhio si fissa su Carey Mulligan che sì, è sempre stata brava, ma qui è all’apice della forma e costruisce un personaggio indimenticabile. Paul Dano è stato aiutato in sceneggiatura dalla sua compagna Zoe Kazan, nipote di cotanto nonno, al resto ci pensa una monumentale fotografia di Diego Garcà­a, che alterna tantissimo: sottrae colori e vivacità  alla commovente natura del Montana, raggelando città  e boschi in contrasto al fuoco che divampa, riscalda e satura quando le emozioni impazzano fuori controllo, toglie le luci nei momenti più bui dell’animo.

Mulligan dovrebbe correre per l’Oscar.