Potrebbe, ma non la sarà , essere questa la sede per parlare di “Silent Alarm” e del peso specifico che questo disco in pieno periodo post-punk/garage revival ha avuto sulla scena indie del tempo.
Anche se, eccome sì se ce l’ha avuto. E la tensione, la bellezza intrinseca e maledetta, lo spessore di questo lavoro sono stati purtroppo un fardello ed un’eredità pesantissima per Kele Okereke e soci, i quali nonostante i tentativi (ed un seguito, “A Weekend in the City”, che non può essere disdegnato) non riusciranno mai a raggiungere i picchi creativi, stilistici e di impatto che “Silent Alarm” gli garantì, lanciandoli nella scena di riferimento subito come top player, più che come una promessa.
L’occasione è comunque ottima per ripercorrere il tempo andato con questo live dell’album: l’esecuzione è inappuntabile, l’energia pure, il trasporto è garantito. E così l’effetto nostalgia che ne potrebbe scaturire: per la grandezza di quei momenti, così vicini e così lontani, per le successive attese deluse, per quello che sarebbe potuto essere e che, in gran parte, non è stato.
Ma come cantava a suo tempo Kele, “are you hoping for a miracle?”: chissà , forse c’è chi ancora spera, e chissà se un giorno chi spera verrà premiato per tanta religiosa devozione alla causa.
Photo by Rachael Wright