Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
Epiteti come carneadi, veterani e ricomparse non sono mai stati così appropriati come con i Kerosene.
Il gruppo nasce nel 1989 a Manchester, nel bel mezzo del movimento madchester e baggy, per idea di Paul Taylor e James Mountford: un singolo (“Sink”) e due EP, “Collission” e “Shame”, tra il Settembre 1992 e il Febbraio 1994 che mettono in luce doti punkeggianti, ma soprattutto un’indubbia qualità nel trovare la giusta melodia, tant’è che paragoni con i più celebrati La’s e Pixies si sprecano e non a sproposito, anche se l’attitudine del gruppo è marcatamente più noise, grunge ed adrenalinica.
Nel mezzo, il primo LP “Arrhythmia” che viene accolto con buono entusiasmo: addirittura prodotto sotto l’ala protettrice della Warner, dall’album vengono estratti ben 3 singoli (“My Friends”, “Worthless” e “Everybody’s Icon”).
E con le attenzioni si moltiplicano anche le date, e con queste le pressioni: nel mentre il britpop sta esplodendo con una potenza inaudita, e i Kerosene non reggono il colpo. Ognuno per la sua strada.
Ma la vita, si sa, non è avara di sorprese: ecco così che nel 2017 i due soci fondatori tornano in contatto, sarà la nostalgia, sarà la curiosa emozione di ripercorrere il tempo che fu, ma da cosa nasce cosa e allora, piano piano, ritorna alla luce materiale che non aveva mai visto la luce, si ravvede in tutto questo del buono, le idee ci sono ancora e viene presa la decisione di riprovare a fare qualcosa, magari ricontattando anche i vecchi membri, che a loro volta alzano la mano in segno di presenza e di disponibilità .
La vecchia produzione viene ripresa, rimasterizzata, migliorata laddove possibile.
E’ il 2018 quando si concretizza un evento sul quale probabilmente nessuno avrebbe scommesso: vede la luce un EP di 6 pezzi, “Concussion”, fatto appunto di vecchie tracce rimesse a nuovo, tirate a lucido, riarrangiate e ammodernate; la voce di Paul regge, James lo spalleggia a dovere, Mr. Hancox (basso), Chris Walton (chitarra) e Chris Willcocks (batteria) completano l’organigramma.
Il suono diventa più preciso, maturo, seppure l’approccio sia DIY, la garra inoltre c’è ancora, eccome. E’ come se il tempo non fosse mai passato.
La voglia di fare musica insieme torna così più impetuosa che mai: i tempi sono propizi per quel secondo album che non aveva trovato concretezza tanti anni addietro.
E’ lo scorso Marzo quando “Broken” viene rilasciato: nervoso, pieno di fendenti rock (iconici in tal senso i due singoli anticipatori dell’album “Inside Me” e “Punk Rock Agenda”, o la lunga chiusura affidata alla carichissima “Bravura”), l’album mette in mostra i muscoli, gli agganci che li avevano fatti conoscere a suo tempo, un talento che sarebbe stato davvero un peccato mettere da parte definitivamente, un affiatamento dei più consolidati. Come se, appunto, tutto il tempo passato lontani non fosse mai davvero passato.
Finita qua? Figuriamoci…
A fine Marzo scorso viene pubblicato un singolo assieme ai Def Robot (side project di Taylor e Hancox, ndr…) “Social Butterfly”: oggetto, Brexit e affini.
Vi basta? Non certo a loro…
Per il 30 Maggio è previsto un nuovo EP, “(Snatching Defeat From The Jaws Of) Victory” con ancora del materiale dei vecchi tempi andati, rivisto e ristrutturato (la copertina con i calciatori del Subbuteo, poi, è da nostalgici ’80-’90..), mentre nelle intenzioni della band c’è di “continuare a scrivere e registrare, forse 1 o 2 album all’anno finchè la voce di Paul non molla!”.
Che dire quindi riguardo a questi Kerosene, oltre che ovviamente consigliarne l’ascolto dagli albori fino ai giorni nostri: in questo caso non fermiamoci a quello che sarebbe potuto essere, ma guardiamo dritti avanti a quello che è e sarà !