Il quinto album di Kevin Morby, “Oh My God”, era uscito a fine aprile via Dead Oceans e aveva visto il musicista nativo del Texas avvicinarsi a un tema spesso ostico come la religione: per questo disco l’ex bassista di Woods e The Babies aveva abbandonato la sua vecchia live band e si era fatto aiutare da una formazione più allargata, usando molto spesso piano, archi, fiati e anche cori gospel.
Questa prima parte del suo nuovo tour europeo lo vede accompagnato proprio da questo numeroso gruppo di mucisti, mentre tra qualche giorno Kevin proseguirà il suo cammino in duo (presumiamo insieme al fido Sam Cohen, che apre anche queste sue date nel vecchio continente).
Noi oggi ci troviamo nel nord della Germania e più precisamente ad Amburgo: siamo al Knust, situate all’interno del famosissimo quartiere di St. Pauli. La venue sembra avere respirato parecchio rock “‘n’ roll nel corso della sua storia e non parrebbe la migliore location per questo genere di musica a prima vista, ma fortunatamente, come spesso accade, non è l’abito a fare il monaco e i suoni funzionano per il meglio.
Il concerto è sold-out da parecchie settimane e, se già fuori le temperature sono eccellenti (molto migliori di quelle lasciate stamattina in Italia), all’interno del locale si rischia, invece, di sudare: terminato il live-show di Sam Cohen che, dopo “Singing Saw” (2016), ha prodotto anche questo nuovo disco, ecco salire sul palco l’attesissimo Morby, quando l’orologio segna solo pochi minuti dopo le dieci.
Sono le voci preregistrare che introducono “Congratulations” ad aprire il concerto: presto, però, la canzone si trasforma e diventa ricca di particolari e aggettivi. La velocità aumenta grazie soprattutto a un drumming deciso, ma è il suono che sboccia come un fiore a primavera e il risultato ovviamente è esaltante e affascinante: i fiati sono solo uno dei tanti elementi che arricchiscono il pezzo, regalando un inizio che davvero migliore non si potrebbe. Gli applausi del caloroso pubblico anseatico non tardano certo arrivare e anche noi non possiamo che accodarci.
La successiva “Hail Mary” parte decisamente forte e in maniera inaspettata rispetto alla sua versione originale, ma il suo tono diventa presto più riflessivo, tornando su binari più calmi e lasciando spazio anche a deliziosi e graditi cori gospel.
Il recente singolo “OMG Rock N Roll” ci mostra il lato più rock e adrenalinico di Morby ma, mentre troviamo ancora una volta la batteria spingere sull’acceleratore, l’ottimo senso melodico del musicista statunitense non viene mai a perdersi: solo in conclusione del brano rimane un momento più moderato in cui trovano posto degli angelici cori gospel, che lasciano il segno e regalano emozioni intense.
Ci si sposta di nuovo su territori più morbidi con “O Behold”: sia la voce di Kevin che la strumentazione del pezzo sono estremamente leggeri e sono ancora i cori gospel a scrivere l’ennesima nota piacevole della serata.
In “Nothing Sacred / All Things Wild” il musicista nativo del Texas si occupa solamente delle vocal duties, supportato solamente da ottime percussioni e dal piano, ma in seguito si inserisce anche un bellissimo sax dal sapore jazzy, mentre il tono rimane piuttosto solenne.
Prezioso il flauto che appare inaspettato verso la fine di “Beautiful Strangers”, dedicata a un ragazzo del pubblico presente qualche anno fa al suo primo concerto qui ad Amburgo all’interno di un pub; poi “Dry Your Eyes” ci fa commuovere come sempre, ma ““ a sopresa – le chitarre e la batteria si scatenano, accompagnate, però, da un graditissimo, elegante e rilassante sax.
A chiudere la serata non poteva mancare la positiva energia punkeggiante di “Dorothy” con le sue splendide melodie, ma anche piano e fiati fanno la loro comparsa, donando un tocco di pura magia a questo pezzo che abbiamo sempre amato parecchio.
Una sensazione tropical appare infine nella lunghissima “Harlem River” (ottime le percussioni), prima di lasciare spazio a raffinati toni jazz decisamente tranquilli e malinconici.
Finisce così questa lunga e calda serata amburghese che ci ha lasciato ancora una volta l’impressione che il live di Kevin Morby ““ insieme a questa band piuttosto larga ““ abbia un valore notevole: il musicista texano non solo sa scrivere canzoni rilassanti ed eleganti e melodie piacevoli, ma è capace di trasmettere emozioni attraverso i suoi pezzi. Ennesima promozione a pieni voti per Kevin. E speriamo di non dover aspettare ancora tanto per il suo ritorno in Italia.