Di Ariete avevamo già  parlato qualche settimana fa, ancora ignari che quello che stavamo allora recensendo sarebbe stato solo uno dei primi singoli della serie di pubblicazioni che hanno accompagnato la quarantena dell’artista romana, evidentemente conscia della necessità  di far sì che la musica non si fermi, anche se il mondo ha smesso di ballare.

Dopo manciate di release a segnare il ripetersi uguale delle giornate di questi ultimi di mesi, Ariete – che ci aveva ormai abituati a cercare uno suo nuovo pezzo tra le uscite di ogni venerdì – piazza il colpo forte e dà  alla luce la somma delle domande e delle paure di questo suo primo, luminoso esordio discografico con un “Spazio”, EP che sembra essere efficace resoconto del primo importante itinerario solita dell’artista laziale.

Una scelta di comunicazione particolare: dopo le uscite di “Amianto” e “Riposa In Pace”, da domenica scorsa Ariete ha cominciato a tirar fuori dal cilindro uno per uno i restanti quattro pezzi dell’EP, con “Pillole” come ultimo singolo proposto a 24h dall’uscita di “Spazio”, che di fatto nulla aggiunge al repertorio ma dà  all’intero percorso fatto fin qui un’idea ancor più forte di appartenenza ed identità .

La produzione è fresca, anche se forse per alcuni punti di vista ancora un po’ troppo insistentemente concentrata sul saturo mondo dell’It Pop; l’effetto riciclo si stempera ascoltando le parole e l’intenzione di Ariete, che sembra davvero essere una delle poche anime pure della nuova scena mainstream, animata da una reale esigenza di comunicazione.

E “Spazio” urla forte e chiaro al mondo il diritto di ognuno di trovare posto laddove ci piace, senza paura di sentirci, in ogni dove, fatti di amianto; quello di Ariete, di posto, sembra essere ora più che mai a ridosso dei riflettori che contano, e con merito.