Curato, incantevole, sopraffino, a dir poco sublime. Dopo avervi spoilerato il finale di questo atteso album non vi resta, dunque, che immergervi nel bellissimo viaggio organizzato da Gary Olson il quale vi porterà  sin dalle prime note a scoprire l’essenza di questo suo songwriting d’autore.

Il leader dei Ladybug Transistor, pur non avendo ufficialmente chiuso i giochi con la band di origine, ritorna con questa perla a distanza di ben nove anni da “Clutching Stems” regalando ai suoi fan un album solista d’esordio che non faticherà  a rimanere nelle vostre playlist davvero a lungo.

Le premesse – quelle dei due singoli precursori del disco, la bellissima ed incantata “Giovanna Please”, che ricorda alcune sonorità  vicine ai Kings of Convenience e “Some Advice” con il suo irresistibile mood – hanno da subito messo le cose in chiaro; Gary Olson è rimasto legato a quella magia che ha contraddistintole sue opere.

Questo il prologo dell’esordio, quindi, che parte con una delicatissima opener, “Navy Boats”, che scandisce il leitmotiv dell’album in tutti i quasi quaranta minuti delle undici meravigliose tracce. Le note tanto care allo statunitense proposte in tanti anni di Ladybug Transistor sono, dunque, tutte contenute in questo album che tuttavia riesce a brillare di luce propria grazie alla accurata produzione di Olson che si riverbera soprattutto negli episodi pop come “Afternoon into Evening”, “A Dream for a Memory” o nella closing track “The Old Twin” dove è naturale incrociare quel sound a mezza via tra The Go-Betweens e Calexico.

La tromba marchio di fabbrica delle sonorità  di Olson non lesina in alcun modo senza mai però essere invadente, anzi. Le sensazionali sezioni con gli archi poi, come in “Diego It’s Time”, accompagnano la voce ammaliante e trasognata di Gary la quale sebbene non si caratterizza per particolari slanci risuona fluida e riconoscibile come nella solenne “All Points North”, forse il miglior brano del disco, o in “Postcard from Lisbon”.

Certo, non è tutto oro ciò che luccica e, invero, ad un certo punto del full-length vi sembrerà  di ascoltare lo stesso brano ma vi posso garantire che è solo il risultato dell’inconfondibile sound che Gary porta con sè, mai stancante, mai tedioso.

Si tratta pur sempre di canzoni semplice, immediate, solari e piacevoli le quali vi faranno sentire bene, a vostro agio, di buon umore insomma. E di questi tempi direi che non è una cosa scontata.

A me questo disco ha toccato il cuore, e spero faccia lo stesso effetto anche a voi.