Avevano pubblicato un EP nel 2018 dal titolo “All Change”. Poi il singolo “First Among the Last” uscito lo scorso marzo aveva anticipato il loro primo album “To All The Glory We Never Had” pubblicato da Chien Lunatique. Stiamo parlando dei National Honor Society, quartetto di Seattle formatosi nel 2017 dopo un girovagare dei quattro musicisti (Coulter Leslie, Jerry Peerson, Andrew Gaskin e Will Hallauer) in varie band della città . I dieci brani che compongono l’album sono stati prodotti da Erik Blood, considerato una sorta di quinto membro della band (una sorta di Stephen Street).
Ho nominato il nome del famoso produttore inglese non a caso. La band non sembra essere stata influenzata dal suono di Seattle (qualsiasi vi sia venuto alla mente) ma da quello che si ascoltava nell’Inghilterra degli anni ’80 e ’90. Il nome degli Smiths ricorre sovente nella letteratura a loro dedicata anche se personalmente, a parte lo stile usato per le cover e per il look morrisseyiano del cantante (almeno così si percepisce dal video), ritengo il paragone inappropriato.
Musicalmente la band pare più vicina e incline agli Oasis e ai Travis, piuttosto che alla band di Morrissey e Marr. Forse la tastiera di “First Among the Last” che ricorda vagamente quella del finale di “There Is A Light That Never Goes Out” potrebbe aver fatto pensare agli Smiths ma i NHS stilisticamente viaggiano verso altre direzioni sonore. Uno shoegaze melodico, un dream pop ben eseguito e arrangiato, un indie rock solare e armonico. Liberiamoci da tutte le etichette e ascoltiamoli senza pregiudizi, potrebbero essere una piacevole sorpresa.