Sono sempre più convinto che la qualità  e il talento, se sono davvero tangibili e dirompenti, portino sempre un artista a emergere. Sempre.

I  Creedence Clearwater Revival  non facevano musica di moda. Riproponevano a fine anni ’60 un  rock n’ roll  ormai vetusto mischiato con del  country rock  sicuramente non all’ultimo grido.
Esteticamente John Fogerty e compagni erano, diciamolo pure, degli sfigati. Vestivano camice a quadrettoni, si presentavano trasandati e con un cipiglio da scazzo che decisamente non li rendeva paragonabili al fascino maledetto di un  Iggy Pop, di un  Jim Morrison, all’intrigante stranezza spiazzante di un  David Bowie  o alla cura maniacale di un  Mick Jagger  o di un  John Lennon. Eppure, nonostante queste premesse da mediocri, i  Creedence Clearwater Revival hanno conquistato il rispetto dei giganti della musica a loro contemporanei e hanno letteralmente sfondato le classifiche di vendita di tutto il mondo e arruolato tra le loro file folte schiere di critici musicali entusiasti. Tutto questo perchè? Perchè la musica dei Creedence Clearwater Revival  è di qualità , ha personalità  e arriva a tutti lasciando sempre una sensazione piacevole. Fine.

“Cosmo’s Factory” è il quinto disco dei  Creedence Clearwater Revival  ed è un  exploit  che quasi nessuno poteva prevedere.
I  Creedence  erano all’apice del successo ed erano stati molto prolifici pubblicando ben quattro album in studio in solo due anni. Cos’altro ci si poteva aspettare? Prima o poi la creatività  sarebbe arrivata a una fisiologica saturazione e il livello, la qualità  compositiva, si sarebbe inevitabilmente appiattito. E invece”… come un atleta fuoriclasse che all’apice di un salto riesce con un colpo di reni a elevarsi in sospensione, così i  Creedence Clearwater Revival  si elevano in sospensione cacciando fuori il loro miglior disco di sempre: “Cosmo’s Factory” per l’appunto, una pietra miliare che entra di prepotenza, ma con naturalezza, nella hall of fame del miglior Rock  di tutti i tempi.

“Cosmo’s Factory” è un disco che scorre con fluidità  ed è capace di donare all’ascoltatore una vasta gamma di sensazioni grazie alla ricchezza di suoni e alla personalità  dei brani che si alternano incastrandosi alla perfezione in un interessante coacervo di blues,  rock n’ roll  e country. Il brano  “I Heard It To The Grapevine” è un’eccellente cover  di  Marvin Gaye  che mette alla prova i  Creedence Clearwater Revival  anche sul terreno più  black  del  soul.

Ogni traccia del disco meriterebbe un paragrafo, anzi, un capitolo a parte, per quanto sono rimasti monolitici nel tempo i brani che compongono questo capolavoro, a più di 50 anni dalla loro composizione.
La traccia su cui focalizzerei l’attenzione è ovviamente “Who’ll Stop The Rain”, la più bella canzone dei  Creedence  e uno dei brani più famosi della storia della musica moderna. In “Who’ll Stop The Rain” i  Creedence  affrontano il tema della guerra nel Vietnam in maniera rilassata, disarmata. L’album intero è permeato di critica alla allora attiva campagna militare americana. Nel brano “Run Through The Jungle” la critica prende forme manifeste, ma in tutto il disco aleggia, come in quasi ogni opera d’arte americana e non solo di quegli anni, la rabbia e l’incredulità  scaturite da un episodio così nefasto e inaccettabile della storia contemporanea.
La chitarra acustica e le liriche aperte e meravigliosamente armonizzate fanno di “Who’ll Stop The Rain” un brano unico e speciale, una vera hit  eterna.

25 luglio 1970. Una bella data tonda.
25 luglio 2020. Una data davvero molto tondeggiante.
50 anni fa usciva “Cosmo’s Factory”.
Io credo che non sia passato un solo anno della mia vita in cui non abbia ascoltato almeno una canzone proveniente da questo disco, e credo di non essere l’unico, e credo che non sarò l’unico.

Per almeno altri 50 anni ancora.

Pubblicazione: 25 luglio 1970
Durata: 42:28
Dischi: 1
Tracce: 11
Genere: Rock, Southern rock, Roots rock, Country rock, Blues rock
Etichetta: Fantasy Records
Produttore: John Fogerty
Arrangiamenti: John Fogerty
Registrazione: 1969-1970, Wally Heider’s Studio (San Francisco, California)

Lato A

1. “Ramble Tamble” 7:09
2. “Before You Accuse Me”   3:24
3. “Travelin’ Band” 2:07
4. “Ooby Dooby” 2:05
5. “Lookin’ Out My Back Door” 2:31
6. “Run Through the Jungle” 3:09

Lato B

1. “Up Around the Bend” 2:40
2. “My Baby Left Me” 2:17
3. “Who’ll Stop the Rain” 2:28
4. “I Heard It Through the Grapevine”   11:05
5. “Long as I Can See the Light” 3:33