Tobin Sprout non ha certo bisogno di presentazioni, essendo stato per tanti anni il chitarrista e uno dei maggiori songwriter nei Guided By Voices di Robert Pollard: la sua carriera, giunta ora al settimo album solista, non comprende però solo la musica, perchè lo statunitense è anche un illustratore e uno scrittore.

Mentre stilisticamente il musicista di Dayton, Ohio abbandona il classico indie-rock lo-fi, tanto caro anche al suo ex gruppo, per suoni folk e country, i suoi brani qui convergono intorno alla guerra civile attraverso temi delicati come la fede, la morte e la giustizia.

Il disco si apre con una brevissima canzone, “Wings Prelude”, che vede Sprout al piano: in meno di novanta secondi la sua toccante voce riesce a passare notevoli emozioni all’ascoltatore pur attraverso una strumentazione così scarna.

“Breaking Down”, invece, con le sue chitarre, le sue armonie e i suoi larghi panorami sonori si sposta verso territori country graziosamente melodici e molto emozionanti.

Anche nella successiva “On Golden Rivers” non mancano le sensazioni delicate, descritte con un piano gentile ben supportato da un drumming mai violento, che dimostra come Tobin non abbia nessuna necessità  di accelerare il ritmo.

Mentre la malinconica e cupa “Antietam” non nasconde i suoi chiari riferimenti alla guerra, la lunga “All In My Sleep” preferisce virare verso un indie-rock psichedelico descritto con chitarre fuzzy, pur cambiando spesso il suo umore nel corso dei suoi sei minuti abbondanti.

Questo “Empty Horses” è album piuttosto inaspettato per quanto riguarda le tonalità , ma assolutamente sincero, reale e toccante: una mezz’ora molto gradevole e l’ennesima meritata promozione per il musicista di Dayton.