Sono al secondo album i Latitude, band di San Francisco che ha in Amy Fowler la songwriter e la cantante capace di portare alla luce ottimi brani, soprattutto ben interpretati dal resto della band. Amy è pure un’ottima disegnatrice/animatrice a giudicare dal video di “Thursday Is The New Sunday”, ottimo primo singolo dell’album, con le sue chitarre tintinnanti e scintillanti e un testo che è un invito a godersi, magari ogni tanto, una giornata oziando, fuggendo dalle frenetiche regole della società  dei consumi.

Ascoltare questo disco è come spalancare una finestra, affacciarsi e respirare l’aria fresca del mattino. Si, possiamo respirare lo spirito del pop, quello che con semplici melodie ci trasporta, anche se solo per qualche decina di minuti.

In uno spazio e in un tempo tutto nostro possiamo muoverci a piacimento sulle note di “Remember The Good Times”, un bel brano funkeggiante con un ritornello in pieno stile Blondie. “Come on, you keep me racing on, running Let’s go, let’s go back” a ricordarci i tempi passati, altri ritmi.

I Latitude dimostrano una grande maturità  nell’arrangiamento, nella pulizia dei suoni, cosa non così scontata, riusciamo ad ascoltare ogni singola nota di ogni singolo strumento, un rispetto reciproco tra i componenti della band, una grande capacità  di ascoltarsi che possiamo goderci, per esempio, in “Checkmate”. Perfino nel finale noisy di “Dead End Fantasy” i Latitude mantengono la grazia e la gentilezza che mostrano nell’intero disco.

Non puoi vedere attraverso le persiane” forse perchè i nostri occhi si inumidiscono ascoltando la stupenda “Rising”, mentre il synth che piomba su “Looking for a brand new galaxy” in “Leaving This Galaxy” è un tocco geniale con la linea di basso che tenta di sedurci per tutto il brano.

Il solo di chitarra di “Vertical Highway” e le impennate a spirale del synth di “Damage Control” sono altri piacevoli momenti dell’album che con “I Love the Radio” compongono la scaletta dei dieci brani di “Mystic Hotline”. Un album solido che guarda al passato ma che con i suoi testi molto attuali offre un’ interpretazione moderna del momento particolare, a volte angosciante, con cui l’America (ma il mondo occidentale in genere) deve fare i conti.

C’è pure un pizzico del nostro “Bel Paese” in questa opera californiana: la copertina dell’album è opera di Sarah Mazzetti, bravissima illustratrice di livello internazionale (New York Times, New Yorker e molti altri).

Credit pic: Deeksha Prakash