Un mosaico è una tecnica policroma ottenuta mediante l’utilizzo di piccoli materiali differenti, oro e pietre preziose di colore diverso che si incastrano in un’opera d’arte, ed è proprio così che definirei le dieci tracce di “Cinema Samuele”, il nuovo disco di Samuele Bersani, che proprio come se fosse un mosaico, incastra, e accompagna l’ascoltatore in un viaggio di poesia e bellezza.
Samuele Bersani non si piega o “si adatta” ai tempi, lui rimane fedele fino in fondo al genere, anzi lo porta ancora un po’ più in alto. Il cantautorato italiano, quello più autentico, quello sì poetico, ma anche e soprattutto fatto di temi reali. Samuele si conferma un cantastorie perfetto, senza limiti d’età , il suo è un messaggio universale.
Rimane “positivamente inquietante” il fatto che Samuele Bersani non sia cambiato affatto in questi ultimi 9 anni, mentre il mondo là fuori si è completamente rivoluzionato. La sua personale rivoluzione è un ritorno al passato, alla tradizione, come in questi dieci brani che raccontano storie simil-vere, i protagonisti sono così differenti tra loro come gli stati d’animo e gli eventi che si susseguono. Vita, lavoro, sentimenti, per questo sembra proprio di guardare un film, una vecchia pellicola sentimentale, piena di dèjà vu, amori, ritorni di fiamma e fallimenti: “Canzoni d’amore altamente nocive per un cuore già troppo pulsante.”
I testi sempre molto curati, storie reali, parole pure e vite di perfetti sconosciuti ben raccontate. Le musiche sono sempre delicate, una conferma della musica di Bersani, accuriamo che la nuova “Giudizi Universali” è “Il tuo ricordo”, senza alcun dubbio. Strazianti ricordi di un amore finito: “Il tuo ricordo trova un buco nella rete/ s’infila dentro il mio cervello e fa il padrone.”
Un periodo difficile per Samuele, un “buco nero”, la fine di una storia e la rinascita attraverso un disco, un film, su cui, ci auguriamo, lentamente cali il sipario e partano gli applausi.