Mentre gli Howling Bells sono fermi ai box già  da alcuni anni, Juanita Stein, ormai da tempo residente nel Regno Unito, ha iniziato una carriera solista e proprio questo weekend, via Nude Records, è uscito il suo terzo album, “Snapshot”: la musicista australiana esprime qui il suo dolore per la recente perdita del padre e possiamo pensare che in qualche modo la scrittura di queste nuove canzoni l’abbia potuta aiutare. Noi di Indieforbunnies.com abbiamo contattato Juanita via e-mail per farci raccontare del nuovo disco, della crescita del suo sound nel corso deli anni, del fratello Joel, che l’ha aiutata per questo nuovo album e del produttore Ben Hillier, con cui lo ha registrato. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao Juanita, come stai? Come è la situazione con il coronavirus nel Regno Unito? Il tuo terzo disco da solista uscirà  tra pochi giorni: sei felice che le persone possano finalmente ascoltarlo?

Ciao, sto bene, grazie. Sto affrontando la vita più o meno allo stesso modo in cui penso lo stiano facendo gli altri, un piede davanti all’altro.
Non vedo l’ora che le persone ascoltino l’album e non solo le 3/4 canzoni che hanno ascoltato finora, ma l’intero disco come una storia.

Quanto si è evoluto il tuo sound rispetto agli anni degli Howling Bells? Secondo te quali sono i più grandi cambiamenti tra Howling Bells e il tuo materiale solista?

Suppongo che raccontiamo una storia diversa quando siamo da soli, io mi presento sotto una luce diversa quando suono e scrivo insieme ad altri musicisti.
Dal punto di vista sonoro, probabilmente mi sto orientando di più verso toni country e blues, un po’ meno rock n roll.
Ma in qualche modo si fa strada nella musica!

Il titolo del tuo nuovo album, “Snapshot” è davvero molto interessante, ma cosa c’è dietro quell’istantanea?

Uso la parola istantanea (snapshot) come modo per aggrapparmi ai ricordi che potremmo avere di una persona cara che non abbiamo più nelle nostre vite. Che sia perchè sono morti o forse perchè ti manca qualcuno che non puoi vedere. Ad ogni modo un’istantanea per me è un modo per aggrapparci a ciò che abbiamo di quella persona.

Tuo padre è purtroppo morto l’anno scorso: quanto del tuo dolore c’è nei tuoi testi? Cosa riguardano?

è tutto dolore. è tutto dispiacere. è tutto nella musica. Tutto.

Tuo fratello Joel ha suonato la chitarra nel tuo nuovo disco: cosa ha aggiunto al tuo sound?

Joel è in grado di sfruttare una vera energia frenetica con la sua chitarra. è qualcosa che ti scuote parecchio ed è esattamente ciò di cui avevo bisogno in questo disco.

Per il tuo terzo disco hai lavorato con il produttore Ben Hillier (Clinic, Elbow, Doves): come è nata la vostra collaborazione? Cosa ha portato nella tua musica?

Conosco i lavori di Ben da molto tempo, ero una grande fan degli album dei Clinic e dei Doves in cui aveva lavorato. Avevo un amico che lo conosceva e così sono stata in grado di contattarlo subito dopo aver registrato i miei demo ed è partito tutto da lì. Ben ha portato un ritmo e una saggezza al suono che ho davvero apprezzato. è molto calmo e aperto a qualsiasi idea avessi. Inoltre ha suonato tutta l’elettronica e le tastiere del disco, il che ha aggiunto qualcosa di molto speciale.

Questo album è stato registrato in un periodo di otto mesi, mentre i precedenti sono stati realizzati in poche settimane: hai preso questa decisione di proposito? Ha portato dei vantaggi al tuo processo di registrazione?

L’unico motivo per cui sono stata limitata in termini di tempo sui primi due dischi era dovuto a ragioni finanziarie. Quando lavori in studi di registrazione all’estero, ci sono limiti di tempo e alloggio, ecc. da prendere in considerazione. Lo studio di Ben si trova a 20 minuti da casa mia ed ero in grado di andare e tornare con un breve preavviso. Questa flessibilità  ha dato molto al disco, credo. Significava che avrei potuto dedicare molto più tempo a lavorare sulle canzoni in totale.

Presto suonerai full band al Brighton Electric e poi le registrazioni dello spettacolo verranno trasmesse in streaming il 1 ° novembre: una sterlina per ogni biglietto venduto andrà  alla campagna #WeMakeEvents per aiutare il settore live a sopravvivere a questa immensa crisi. è davvero un gesto gentile da parte tua. Cosa ne pensi del futuro della musica dal vivo?

Penso che sicuramente ci rimetteremo in piedi. Ci adatteremo, sia adattabili creature umane, troveremo modi nuovi e diversi per abbracciare questo nuovo paesaggio. Penso che alla fine le cose torneranno alla normalità , ma sembrerà  strano per un po’. In termini di tempi attuali, le persone stanno senza dubbio lottando duramente. La troupe e gli artisti stanno lavorando allo stesso modo per trovare il modo di rimanere fuori dall’acqua.

Un’ultima domanda: puoi per favore scegliere una delle tue canzoni, vecchia o nuova, per fare da colonna sonora a questa intervista? Grazie mille.

“From Peace”, una canzone nel mio nuovo album. La frase di apertura è “I come from peace, I move towards the noise and that’s alright”.

Photo Credit: RoshanSukhla, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons