40 anni senza John Lennon.
Il nostro piccolo e sincero omaggio all’ultima icona pop del “‘900:

10 – HOW DO YOU SLEEP?

1971, da “Imagine”

Non c’è brano, tra tutti quelli firmati dai ‘fab four’ solisti, entrato nella mitologia ‘beatlesiana’ come “How Do You Sleep?”. Affiancato, o per meglio dire fomentato, da Yoko Ono (sarà  lei a scrivere gran parte del testo) e dal manager Allen Klein, Lennon si lancia un ‘dissing ante litteram’ nei confronti di McCartney reo, pochi mesi prima, di aver portato a galla le già  note ruggini tra i due disseminando il disco “Ram” di poco esplicite frecciatine indirizzate all’amico di una vita. “How Do You Sleep” invece non usa gira di parole, attacca Macca sul suo punto più debole, il riconoscimento quale migliore compositore dei Beatles, consegnando alla storia versi che nei decenni successivi saranno al centro di accesi dibattiti tra ‘lennoniani’ e ‘maccartisti’:

The only thing you done was yesterday
Those freaks was right when they said you was dead
The sound you make is muzak to my ears / You must have learned something in all those years

E gli altri due? Harrison segna l’andatura blues del pezzo prestando la sua chitarra, facile pertanto immaginare per chi parteggiasse, mentre Ringo prende le distanze da quei versi rancorosi bacchettando Lennon con la celebre frase that’s enough John! esclamata appena ascoltata la versione definitiva.

9 ““ MIND GAMES

1973, da “Mind Games”

Inizialmente pensata come inno anti-militarista, il titolo sarebbe dovuto essere l’abusato slogan dell’epoca “Make Love, Not War”, da molti accolta erroneamente come una sofferta riflessione sui fragili equilibri di coppia, Lennon e Ono sono ai ferri corti e il “Lost Weekend” è alle porte, “Mind Games” è ancora oggi brano tra i meno compresi del genio di Liverpool. Ispirato a tematiche di psicologia, ricca di immagini fantasiose (“druid dudes”, “karma wheel”, “mind guerrilla”) che le varranno ripetuti accostamenti ad “I am The Walrus”, “Mind Games” è trai i massimi esempi di raffinata melodia “‘lennoniana’, unica parentesi sublime, insieme a “Out The Blue”, di un quarto e omonimo album nel complesso poco riuscito.

8 ““ WOMAN

1980, da “Double Fantasy”

Brano dedicato a Yoko Ono elevato a canzone tributo universale a tutte le donne, chiamate a raccolta in apertura da Lennon con le parole sussurrate: For the other half of the sky….
Ma “Woman” diventerà  purtroppo anche molto altro: primo singolo uscito postumo dopo la morte di Lennon per un’intera generazione sarà  associato alla dolorosa perdita della più grande icona pop di sempre.

7 ““ #9 DREAM

1974, da “Walls And Bridges”

Una frase senza senso, ah bowakawa pousse, pousse, “‘apparsa’ nel sonno offre a Lennon lo spunto per una delle sue poche composizioni a non avere intento politico o a non essere, in modo diretto o indiretto, dedicata a Yoko. “#9 Dream” è un malinconico gioiello di pop-orchestrale ammantato di mistiscismo onirico che non avrebbe sfigurato in “Sgt Pepper” e “Magical Mystery Tour”. La voce femminile che sussura la parola John è, udite udite, non di Yoko Ono bensì di May Pang amante di Lennon nei mesi, 18, in cui l’ex Beatles fu messo alla porta da quella che era e poi sarebbe tornata ad essere l’unico amore della sua vita.

6 ““ GOD

1970, da “Plastic Ono Band”

A solo 4 anni di distanza dalla frase Beatles are More popular than Jesus il ragazzo di Liverpool torna ad affrontare temi religiosi con “God”. Gesù, Buddha, la Bibbia ma anche Elvis, Dylan e perchè no i Beatles, in poco più di 4 minuti Lennon abbandona figure sacre e miti pagani intraprendendo un percorso intimo alla riscoperta di se stesso (I just believe in me Yoko and me / And that’s reality).
Se misurare Gesù in termini di popolarità  passerà  alla storia come la sbruffonata di un musicista all’apice della fama l’idea della religione come primo (e unico?) rifugio per i sofferenti (God is a concept/By which we measure Our pain) sembra invece descrivere con precisione il rapporto che molti credenti, più o meno convinti, hanno con il “‘divino’.

5 ““ GIVE PEACE A CHANCE

1969, da “Live Peace in Toronto 1969”

Il messaggio semplice ed universale, la melodia perfetta, il coro come massima espressione di aggregazione musicale, le circostanze mediaticamente potenti nelle quali fu composto e registrato, rendono “Give Peace A Chance”, primo singolo solista di Lennon all’epoca ancora ufficialmente nei Beatles, l’inno pacifista e anti-militarista per eccellenza.

4 ““ MOTHER

1970, da “Plastic Ono Band”

Infatuato in quegli anni dalle teorie dello psicologo Arthur Janov, teorico del ‘primal scream’, in “Mother” Lennon riversa demoni e traumi del passato.
L’abbandono del padre e la scomparsa prematura della madre sono affrontate, ed esorcizzate, in uno struggente urlo infantile (Mama don’t go/Daddy come home), un crescendo liberatorio dal potente trasporto emotivo.

3 ““ JEALOUS GUY

1971, da “Imagine”

Il semidio mostra, ancora una volta, il lato umano. In una delle sue migliori ballate per piano Lennon confessa l’inadeguatezza di marito e amante confezionando uno sguardo intimo e sincero sulla natura incerta e possessiva dell’amore. “Jealous Guy” nasce da una demo scritta per il “White Album” dei Beatles durante lil famigerato viaggio in India: di quella bozza, allora intitolata “Child of Nature”, rimarrà  solo la melodia.

2 ““ INSTANT KARMA (WE ALL SHINE ON)

1970, da “Instant Karma! (Single)”

Se “Imagine” mostra una visione, “Instant Karma” indica la via per rendere quella visione reale. L’incedere martellante di pianoforte e batteria e i versi delle strofe dal tono “‘chiamata alle armi’, risuonano come un deciso tentativo di risveglio delle coscienze, un imperativo a prendere posizione diretto agli indecisi, ai non ispirati, ai non dichiarati.
Cambia decisamete registro il ritornello: ennesimo scintillante inno pop di comunione e positività  nel futuro.
Scritta e registrata in sole 24 ore “Instant Karma” “‘offre’ la presenza di George Harrison alla chitarra e Phil Spector alla produzione.

1 ““ IMAGINE

1970, da “Imagine”

E’ veramente necessario spendere anche solo poche righe per giustifcare il fatto che questo immenso capolavoro pop debba prendere posto, il più alto, di diritto in qualsiasi lista o classifica dedicata a John Lennon ?