Il ritorno in auge del funk si fa ogni giorno più concreto e tangibile.
A confermare questa tesi interviene, alla seconda prova su lunga distanza, lo statunitense Jimmy Edgar, che a cinque anni dall’uscita di “Color Strip” recupera vecchi fasti vintage, miscelandoli a sonorità attuali in un prodotto che senza troppe pretese riesce a fare la sua figura.
Edgar, ispirato da intensi effluvi retrò in ognuna delle sue attività (citiamo, oltre agli svariati progetti musicali, quella di fotografo professionista), rispolvera in una cinquantina di minuti rimembranze a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 in un vortice di soul e krautrock, di house, di synth-pop e di r’n’b. A ciò aggiunge la matrice IDM che tanto di moda sembra stia ritornando ultimamente (alla faccia del dubstep, tiè), condendo il tutto con voci al vocoder e glitch vari.
Alla base del successo di questa formula sta un’ottima conoscenza del materiale in questione, che l’artista riesce a dosare egregiamente senza il rischio di creare strani intrugli; al contrario, punte come “Hot, Raw, Sex” (disco-funk di ottimo livello, il tipico pezzo che nei club potrebbe andare avanti per mezz’ora e non stancare), la Kraftwerkiana “New Touch” o i sincopati ritmi di “Turn You Inside Out”, arricchiti da un cantato sensuale che ricorda vagamente quello dei Chromeo, altri maestri del new-funk, indicano che la strada intapresa dal ragazzo è quella giusta e va proseguita senza indugi.
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2. Hot, Raw, Sex
3. Turn You Inside Out
4. New Touch
5. One Twenty Detail
6. Push
7. Physical Motion
8. In my Color
9. Midnite Fone Call
10. Vibration
Ascolta “Hot, Raw, Sex (Instra:mental Remix)”