L’energia di Tash Sultana ha colto tutti di sorpresa cinque anni fa, quando “Jungle” è diventato uno dei brani più popolari su Youtube cambiando la vita dell’allora neppure ventenne Tash, presente sui palchi da quando di anni ne aveva tredici e con lunghi periodi da busker nelle strade australiane alle spalle. L’esordio “Flow State” del 2018 è arrivato dopo tour e concerti da headliner nati sulla scia di quel primo, fortunato pezzo e pochi altri, una celebrazione di un successo forse insperato.

“Terra Firma” riparte da zero o quasi, presentando fin da subito una versione più adulta di quella conosciuta in passato. Nuovi collaboratori (Matt Corby, Josh Cashman, Jerome Farah) e un produttore esperto come Dann Hume (Courtney Barnett, Amy Shark, Angus & Julia Stone) orchestrano un sound caldo nato dopo quasi duecento giorni di prove, arrangiamenti, rivoluzioni e busche frenate. Quattordici brani più complessi e meno immediati, un cambio di passo evidente sin dalla scelta di aprire il disco con uno strumentale (l’avvolgente “Musk”).

Soul e funk sono le influenze principali di un secondo album dai ritmi dolci e dilatati, che mette in evidenza quanto Tash Sultana sia cresciuta anche vocalmente capace com’è di regalare prove convincenti come “Crop Circles” e “Greed”, “Pretty Lady” e “Maybe You’ve Changed”, spingendosi fino ai confini dell’elettronica in “Beyond the Pine”. Scrivere armonie e melodie interessanti sembra venire incredibilmente semplice a Tash ma non basta più, questa volta si mette a nudo sul serio.

Una vulnerabilità  non più nascosta ma messa in primo piano in “Coma” ad esempio che è un po’ l’emblema del nuovo corso o in “Vanilla Honey” e nella liberatoria “I Am Free”, meno evidente in “Willow Tree” brano molto migliore di “Sweet & Dandy” che è invece stato scelto come singolo. “Erykah Badu meets Bon Iver, meets John Mayer, meets whatever” ha detto scherzando Tash Sultana a proposito dell’album e la definizione calza a pennello. Sessanta minuti che evadono ogni logica di mercato ma sapranno arrivare alle orecchie dei più attenti seguendo i tempi giusti. Un vero peccato non poterli ascoltare dal vivo.