Sono passati quasi quattro anni dall’uscita di “Soft Sounds From Another Planet”, il secondo LP di Japanese Breakfast, ma ora Michelle Zauner è ritornata a farsi sentire con un nuovo lavoro sulla lunga distanza, pubblicato dalla Dead Oceans.
La musicista di Seoul di stanza a Philadelphia ha detto del suo nuovo disco: “Volevo spingerlo il più lontano possibile, invitando più persone e spingendomi avanti come compositrice, produttrice, arrangiatrice”. Inoltre anche l’umore della Zauner, ascoltando “Jubilee”, sembra migliore, dopo che i due album precedenti erano stati segnati dalla malattia e dalla morte della madre.
I synth ci accolgono in “Paprika” che cresce con tranquillità : la voce di Michelle è assolutamente calma e luminosa e si riesce a percepire una maggiore serenità . Le percussioni, veloci e incisive, ci ricordano i primi Vampire Weekend, mentre gli arrangiamenti di fiati e archi impreziosiscono il pezzo, dandogli comunque un tocco pop.
“Kokomo, IN” ha sicuramente un’atmosfera più riflessiva e tinte country-folk a cui si aggiungono ancora una volta splendidi e raffinati archi, mentre “Posing In Bondage” fa uso di synth e di beat catchy, conquistando l’ascoltatore nonostante i colori non troppo luminosi.
La successiva “Sit”, che pur vede i vocals dolci e delicati di Michelle, ha inizialmente una visione grunge e chitarre fuzzy, prima di trasformarsi in qualcosa di molto più dreamy e gentile; “Tactics”, infine, è una ballata calda e intima, a cui il suono del violino aggiunge un leggero tocco di malinconia.
Con questo terzo LP la Zauner ha dimostrato di aver trovato la forza per andare avanti nonostante i dolori che la vita ci mette spesso di fronte, creando allo stesso tempo un lavoro ricco, interessante e, in più di una parte, perfino gioioso. Un passo avanti davvero importante per lei.
Photo Credit: Peter Ash Lee