Dopo che gli Spring King si erano sciolti, il loro frontman Tarek Musa aveva deciso di proseguire la sua carriera con il moniker di Dead Nature e, nel luglio 2019, era uscito anche il suo primo EP, “Taking My Shadow”, mentre ora è arrivato anche il momento del debutto sulla lunga distanza che racconta delle sue battaglie interiori e delle sue ansie, oltre che delle grandi preoccupazioni che tutti noi affrontiamo.
Interemante scritto, prodotto e mixato dallo stesso Musa, il disco è stato poi masterizzato da Mike Cave al Loft Mastering di Liverpool e vede la partecipazione della finlandese Guro Gikling degli All We Are ai backing vocals.
Nonostante la malinconia dei testi (“I don’t really know who I am”), la title-track “Watch Me Break Apart”, che apre il disco, dimostra una certa euforia: tra scintillanti synth, percussioni potenti, un imponente basso fuzzy e gli enormi cori non è certo difficile capire le importanti ambizioni di Tarek.
“Borrowed Heart” ha un’anima più delicata e riflessiva, ma in seguito il ritornello diventa decisamente intenso e catchy con quelle sue percussioni sempre incisive e la sua produzione pop.
Malinconica pure “Rivers” – dai vocals gentili ““ anche se il suo spirito dancey non attende troppo a farsi sentire: difficile rimanere fermi mentre la batteria decide di alzare il ritmo in maniera così decisa e intensa.
“Ladlands” chiude il disco con chitarre fuzzy e cattive che decidono di non mollare nemmeno un secondo con la loro determinazione, creando qualcosa di davvero imponente.
Senza dubbio divertente da ascoltare, questo esordio solista di Musa sa come attrarre ed esaltare l’ascoltatore sin dal primo ascolto e non nasconde le sue grandi intenzioni pop: un debutto gradevole e ambizioso per il muscista inglese.
Photo Credit: Marieke Macklon