Classe, eleganza e virtuosismo. L’ormai quarantenne album di debutto dei Level 42 ci dimostra come anche la musica pop, spesso dileggiata dai critici più esperti, possa essere colta e complessa senza per questo dover rinunciare in alcun modo al fattore dell’orecchiabilità .

Nel 1981 l’esordio della band britannica, seppur meno fortunato dei lavori successivi dal punto di vista commerciale, ottiene un successo considerevole grazie al singolo “Love Games”, una raffinatissima hit dalle ascendenze disco il cui tema principale ““ suonato dal tastierista/cantante Mike Lindup ““ è così contagioso da fissarsi in testa sin dal primissimo ascolto. Il brano viene interpretato in playback a Top Of The Pops, all’epoca una “vetrina” di assoluto rilievo, e permette al quartetto dell’Isola di Wight di mettere il naso fuori dai piccoli ma affollati club londinesi, ovvero i luoghi in cui ha preso forma la loro particolarissima proposta musicale.

Sono le forti sfumature brit funk, fusion, soul e progressive a rendere tanto interessante il variopinto pop rock radiofonico dei Level 42, dei veri e propri maestri nel rielaborare e “semplificare” le lezioni impartite da campioni del jazz del calibro di Herbie Hancock, Return To Forever, Stanley Clarke, Mahavishnu Orchestra e Weather Report.

Seguendo una direzione tracciata negli anni ’70 dagli statunitensi Steely Dan, il gruppo si fa portavoce di uno stile ultra-contaminato e sofisticato che sembra essere costantemente in bilico tra cultura alta (o, per meglio dire, microgeneri di nicchia) e cultura popolare, intesa naturalmente nella sua accezione più “nobile” e larga possibile.

Un crogiolo post-moderno di suoni, ritmi e parole in cui a dettare legge è il basso del frontman Mark King, un vero e proprio fuoriclasse delle quattro corde che ha fatto scoprire la tecnica dello slap a milioni e milioni di ascoltatori. I suoi vigorosi “schiaffoni” e pizzichi sullo strumento impongono il beat, irrobustiscono il groove e tratteggiano le melodie fini e jazzate che sono alla base sia delle canzoni più energiche e ballabili (“Turn It On”, “Almost There”, “Starchild”, le strumentali “Heathrow” e “43”), sia degli immancabili momenti soft o romantici (“Why Are You Leaving?”, “Dune Tune”).

Purtroppo, l’album dimostra tutti gli anni che ha; ma, in fin dei conti, che importa? Vale la pena recuperarlo non solo per concedersi quaranta minuti di grande musica, ma anche per riscoprire il talento senza età  dei sempre sciccosissimi Level 42.

Data di pubblicazione: 1 ° agosto 1981
Tracce: 8
Lunghezza: 43:16
Etichetta: Polydor
Produttore: Mike Vernon

Tracklist:
1. Turn It On
2. 43
3. Why Are You Leaving?
4. Almost There
5. Heathrow
6. Love Games
7. Dune Tune
8. Starchild