Ritorno in grande stile quello dei Saint Etienne che arrivano in doppia cifra col nuovo album “I’ve Been Trying to Tell You” in uscita il 10 settembre via Heavenly. Tempo di bilanci senza troppi rimpianti nè nostalgie per Sarah Cracknell, Bob Stanley e Pete Wiggs sempre molto sinceri nell’analizzare un percorso umano e musicale iniziato nel lontano 1991 e proseguito all’insegna di un pop contaminato da folk, jazz, dance, elettronica in modo raffinato e sempre più maturo.
10. I Was Born On Christmas Day
1993, da “Xmas Single”
Iniziamo così: Sarah Cracknell e uno spettinatissimo Tim Burgess rinverdiscono la tradizione britannica dei singoli natalizi con questo divertentissimo gioiellino autoironico, solare. Un duetto d’altri tempi che se rispolverato al momento giusto batterebbe molte scialbe canzoni tutte vischio e plastica.
9. Erica America
1998, da “Good Humor”
Prodotto da Tore Johansson (The Cardigans) “Good Humor” era un lodevole tentativo di uscire dalla propria comfort zone. Diverse le tracce interessanti, sbarazzine, non sempre valorizzate a dovere al momento di promuovere il disco. “Erica America” una delle più penalizzate, un vero peccato ma non è mai troppo tardi per recuperarla.
8. Stop And Think It Over
2002, da “Finisterre”
Si dice spesso che se una canzone è scritta bene può essere stravolta, rielaborata, suonata in mille modi diversi senza perdere l’anima. “Stop And Think It Over” è l’esempio perfetto: proposta in versione originale o in chiave acustica (come hanno fatto per la BBC6) non rinuncia mai alla sua innata dolcezza.
7. How We Used To Live
2000, da “Sound Of Water”
Anno duemila, con “Sound Of Water” e “How We Used To Live” il pop dei Saint Etienne abbandona progressivamente il passato per esplorare nuove strade tra melodia e l’elettronica che si fa sempre più pressante. I nove minuti di questo brano (mai ridotti nè tagliati) sono un equilibrio quasi perfetto tra influenze diverse.
6. Stars Above Us
2005, da “Tales from Turnpike House”
Il nuovo millennio ha segnato la definitiva svolta dance per i Saint Etienne, percorso iniziato con “Like A Motorway” nel 1994 e proseguito grazie alla collaborazione con gli Xenomania in due tracce di questo concept album che racconta vita, morte e miracoli di un gruppo di persone che vivono in un condominio londinese. Ambizioso, intenso, da riscoprire.
5. Dive
2017, da “Home Counties”
Quante band riescono ad essere così fresche dopo tanti anni di carriera? Non molte, non molte davvero e qui c’è la regal manina di Carwyn Ellis (già collaboratore di UNKLE, Pretenders) in un quadretto da spiaggia molto inglese, simpaticamente allegro e vivace.
4. Tonight
2012, da “Words and Music by Saint Etienne”
Uno dei numeri più riusciti nel lungo flirt tra i Saint Etienne e il mondo della dance / elettronica. “Tonight” sembra scritta da tre ventenni, ritmata e tenace, racchiude tutta la voglia di uscire e far pazzie. The Saints principi della notte. Irresistibili.
3. Nothing Can Stop Us
1991, da “Foxbase Alpha”
Compirà trent’anni il sedici settembre “Foxbase Alpha”, esordio di gran classe. “Nothing Can Stop Us” è diventato meritatamente il singolo ““ manifesto e segna anche il momento in cui la voce flautata di Sarah Cracknell entra in pianta stabile nel gruppo. Notevoli anche la ben nota cover di Neil Young “Only Love Can Break Your Heart” e “Spring”.
2. Avenue
1993, da “So Tough”
L’album crossover per eccellenza, il trionfo del sample applicato al pop in un momento in cui era ancora terreno di caccia del rap. “Avenue” brano sognante, delicatissimo, ben più tradizionale degli altri ma quasi perfetto nel suo saper dosare sapientemente melodia e ritornelli. Menzione speciale anche per l’intensità di “Hobart Paving”.
1. Like A Motorway
1994, da “Tiger Bay”
Un rimpianto forse ce l’hanno i Saint Etienne (Bob Stanley per lo meno) ed è aver pubblicato un disco a detta loro poco commerciale come “Tiger Bay” che in realtà è invecchiato egregiamente. Che dire della magnetica “Like A Motorway” o di un gioiellino pop caramellato come “Hug My Soul”? Semplicemente senza tempo.