Quarto album degli Eels, “Souljacker” è un indimenticabile tesoro ruvido che continua a risplendere fulgido a distanza di vent’anni. Pubblicato il 19 settembre 2001, per l’etichetta DreamWorks, il disco è una vera e propria folgorazione, un bouquet di scintille dal primo fino all’ultimo brano.

Storie di outsiders, la voce di Mark Oliver Everett che si fa più granulosa del solito, brani impossibili da passare alla radio: “Souljacker” arriva nei primissimi anni duemila come una meteora furiosa a ciel sereno.

Ad aprire il disco c’è “Dog Faced Boy”, un pezzo che fa capire immediatamente quanto alto sia il livello. Una vera e propria dichiarazione d’intenti, la canzone è un biglietto da visita adorno di chitarre distorte e grida roche e favolosamente rock. Segue “That’s Not Really Funny”, un melting pot elettronico che si combina ad una sottospecie di tango allucinato.

“Fresh Feeling” è il raggio di sole assoluto dell’album. Accompagnato da magnifici archi e da un E dalla voce inaspettatamente pacata, il brano è un momento di pura e fugace bellezza. “Woman Driving, Man Sleeping”, di sicuro uno dei pezzi più brillanti di “Souljacker” e, probabilmente, dell’intera discografia degli Eels, si ritaglia una piccola nicchia notturna e malinconica nell’album, facendoci venire voglia di saltare in auto ed innamorarci del primo estraneo incrociato per strada.

Una perfetta istantanea di un inedito E a briglia sciolta si ha, invece, con “Souljacker part I”. Oltre al video girato da Wim Wenders, indimenticabili   sono anche la linea di bassi e la descrizione, quasi gridata, di una solitudine che si affaccia impetuosamente sull’orlo del precipizio.

“Friendly Ghost” e “Teenage Witch” raccontano, in maniera non convenzionale, le paure umane, cucendole addosso a mostri e feticci dall’allure soft rock. “Bus Stop Boxer”, viaggio provocatorio negli abissi delle condizioni umane, è, invece, un ritratto sfocato della vera storia di abusi dell’ingegnere del suono della band.

“World of Shit”, dal canto suo, incarna perfettamente la capacità  della band di riunire elementi antitetici in un unico brano. Impassibile ironia e bonaria ingenuità  diventano un tutt’uno, forgiando un amalgama inconfondibile: il puro stile Eels. Stessa storia per l’accostamento di “Souljacker part II” e  “What Is This Note?”, in cui abbiamo, rispettivamente, un E che prima ci culla verso un dolce riposo e che poi,   subito dopo, ci sveglia con una secchiata di acqua gelida e  provocatoria.

Un capolavoro che pare essersi abbeverato alla fonte dell’eterna giovinezza, “Souljacker” resta immobile nel tempo: eternamente sovraccarico d’inaspettata meraviglia, infestato di angoli bui ed elettrici e profondo e crudo solo l’impulsività  geniale sa essere.

Venti candeline su cui soffiare, un’età  dorata da festeggiare. Auguro a tutti d’invecchiare tanto bene quanto quest’incredibile disco.

Data di pubblicazione:  19 settembre 2001
Tracce: 12
Lunghezza:  40.35
Etichetta: DreamWorks
Produttori: Mark Oliver Everett, John Parish

Tracklist:

  1. Dog Faced Boy
  2. That’s Not Really Funny
  3. Fresh Feeling
  4. Woman Driving, Man Sleeping
  5. Souljacker part I
  6. Friendly Ghost
  7. Teenage Witch
  8. Bus Stop Boxer
  9. Jungle Telegraph
  10. World of Shit
  11. Souljacker part II
  12. What Is This Note?