Ragazzi, è Miles Kane.

Solo questo dovrebbe bastarvi per capire com’è questo nuovo album, il quarto nella carriera del migliore amico di Alex Turner. Dopo il deludente “Coup De Grace” che non sapeva di niente, tranne per la canzone classica alla Kane “Cry On My Guitar”, finalmente torniamo sulla strada che solo una volta ha lasciato e, per fortuna, ora ha ripreso: il brit pop di una volta e di oggi, composto dalle note di chitarra elettrica con i due soliti accordi e le ballad strappalacrime.

In effetti “Change The Show” inizia proprio con una ballad. Pianoforte e voce iniziali che creano un’atmosfera dolce e rilassata per poi far intromettere la batteria e i coretti tipici proprio della canzone da ballo. “Tears Are Falling” non è brutta, anzi è una canzone fatta bene che ci svela le varie influenze di questo nuovo lavoro. Ad ascoltare certe tracce, lo ammetto, mi sembra di essere dentro una sessione di registrazione dei Beatles o Rolling Stones. Fateci caso: “See Ya When I See Ya” è palesemente scritta da Lennon o McCartney; “Tell Me What You’re Feeling”, invece, è frutto dell’estro di  Jagger e soci per le sue influenze blues e glam mischiate.

Non parliamo poi di “Coming of Age” che sembra uscito dai late ’50s e ci riporta in una dimensione black and white dello schermo del televisore, tre dischi pedana in cui tre Miles Kane si muovono a ritmo facendo le voci di sottofondo e in secondo piano un altro sosia con la chitarra elettrica.

Menzione d’onore, però, ad un ritorno gradito. Ve la ricordate la canzone “Put Your Records On”? Io ne sono sicuro che la state già  cantando, proprio in questo momento. Era il 2006 e Corinne Bailey Rae entrava nelle classifiche mondiali con questo pezzo rimasto poi nella storia. Bene, il secondo dei The Last Shadow Puppets ha pensato bene di riesumare il sound dell’artista inglese per un featuring in “Nothing’s  Ever Gonna Be Good Enough”.

In linea di massima, Miles Kane ha sfornato un album che non annoia ma intrattiene alla sua maniera: il suo stile, che mischia un brit moderno ad un retrò oramai consolidato, non è solo musicale ma anche nel mood e nell’attitude. Proprio per questo possiamo considerare questo artista un bel mix tra gli anni ’60 e il presente, finchè non ritorna con Turner e lì è tutta un’altra storia.

Credit Foto: Lauren Luxenberg