Incontro provvidenziale quello tra Vince Pà stano (già  chitarrista e produttore di Vasco Rossi) e la voce di Tony Farina nel primo omonimo album dei Noisebreakers, progetto dalle chiarissime radici rock e blues che vede anche Donald Renda alla batteria, Diego Quarantotto al basso e Fulvio Ferrari all’Hammond in una cavalcata di otto brani composti e registrati con l’istinto proprio di musicisti che hanno fatto del palco casa e bottega. Marc Urselli, ingegnere del suono vincitore di tre Grammy Award, si è occupato del mixaggio dando al disco un passo molto simile a quello del più indiavolato dei concerti.

L’inizio è al fulmicotone con una “A Little Higher” spudorata e feroce, degno omaggio ai Led Zeppelin di cui ricalca l’atteggiamento e l’incisività  ritmica, altrettanto marcate le influenze di “Don’t You Want That” con un riff à  la Black Sabbath che non concede tregua alcuna. “You’re Always There” è un blues minimale e suggestivo che ragiona per immagini, mentre “Dead Calm Sea” punta a sorpresa sull’orchestra e la voce del soprano Nicole Nadal che aggiungono nuove sfumature a un piatto già  piuttosto ricco.

“The Sinner” torna in territori rock blues ma ben più movimentati, “Suicidal Queen” mette in mostra il lato psichedelico del gruppo pur non rinunciando a giri blueseggianti, “I Loved You” scritta di getto tra le pagine di un libro di Bob Dylan è una canzone d’amore e perdita, lo strumentale “Abyss” chiude i giochi mostrando di quali virtuosismi siano capaci i Noisebreakers. Un primo album che mette sul piatto tanta adrenalina, senza mezzi termini nè finzioni in formato fisico (CD e vinile) e digitale (esclusiva Bandcamp) in attesa che cambi il vento e riporti alla tanto sospirata normalità .

Credit foto: Nino Saetti