Eccoci qua, di nuovo sulle pagine di Indie for Bunnies, per celebrare un anniversario che farà  versare una lacrimuccia di nostalgia a tutti i seguaci più indefessi e appassionati della scintillante epoca new romantic. è se stessi dicendo una clamorosa fesseria? In fin dei conti lo stile della musica contenuta in “Diamond”, il secondo album degli Spandau Ballet, ha poco o nulla da spartire con quello che tradizionalmente viene collegato al celebre movimento pop esploso in Gran Bretagna nei primi anni ’80.

Non molto tempo fa, nello scrivere un pensiero sul quarantennale dell’esordio “Journeys To Glory”, provai indegnamente a riassumere con questa formula la ricetta del quintetto britannico: atmosfere epiche, suggestioni mitteleuropee e una quantità  industriale di sintetizzatori dai suoni sporchi e freddi. Avete ragione: l’atto dell’autocitazione è imbarazzante o, come direbbero i giovani di oggi, decisamente cringe.

Ma seguite il ragionamento: queste definizioni, accettabili per il debutto datato 1981, divennero assai poco calzanti appena dodici mesi dopo, quando la band di Tony Hadley e Gary Kemp si ripresentò al pubblico manifestando in maniera chiara e decisa il proprio desiderio di voltare pagine, allontanandosi una volta per tutte da quelle sonorità  genuinamente “romantiche” grazie alle quali erano riusciti ad assicurarsi un contratto con la Chrysalis.

Per gli Spandau Ballet “Diamond” è un’opera di transizione. Un lavoro maturo, interessante ma assai poco coeso, diviso come tra gli echi del post-punk glaciale ma melodico di “Journeys To Glory” e il sophisti-pop d’altissima classifica del best seller “True”. Otto tracce troppo commerciali per i più eccentrici club notturni londinesi, ma anche troppo ricercate per riuscire a intercettare i gusti non eccessivamente raffinati degli ascoltatori occasionali ““ da radio generalista, tanto per intenderci.

In questa fase, il soul patinato che ha reso celebri gli Spandau Ballet appare in una forma ancora embrionale; la band non nasconde di certo l’amore per l’R&B, ma ne predilige gli aspetti più crudi, secchi e persino spigolosi. A muovere i motori di “Diamond” è la carica funk del basso di Martin Kemp, distorto e incisivo come nella miglior tradizione post-punk. Il suo tocco magico, insieme alle architetture ritmiche del duo Steve Norman / John Keeble e ai fiati perfettamente arrangiati dai Beggar & Co, trasforma brani già  memorabili come “Chant No. 1 (I Don’t Need This Pressure On)”, “Paint Me Down” e “Coffee Club” in irresistibili numeri da pista da ballo. Canzoni travolgenti e “sudate” che quasi sembrano entrare in rotta di collisione con le note ben più dolci, morbide e pulite di “She Loved Like Diamond” e “Instinction”, due buoni esempi di new wave in bilico tra pop e synth-pop.

Credo sia importante sottolineare lo stato di incertezza ““ o, per dir meglio, di ambiguità  – che contraddistingue gli Spandau Ballet di “Diamond”, un album che prova a muoversi in mille direzioni diverse senza mai realmente approfondire nulla ““ se non quel discorso funk / R&B di cui ho già  fatto cenno. Un segno di debolezza? Non proprio: chiamiamola pure curiosità . Ad alcuni potrebbe sembrare una bestemmia ma, in fin dei conti, questo è un lavoro sperimentale.

A dimostrarcelo sono Tony Hadley, che qui inizia ad affinare le sue doti di cantante dal timbro caldo e scuro, e soprattutto il talentuoso Gary Kemp, chitarrista / tastierista oltrechè autore storico degli Spandau Ballet. Nei tre pezzi finali del disco ““ “Pharaoh”, “Innocence And Science” e “Missionary” ““ riesce persino a togliersi lo sfizio di riprendere e fare proprie le lezioni art rock apprese dal David Bowie berlinese, aggiungendo al piatto tutta una serie di influenze orientaleggianti capaci di rendere ancor più suggestive delle composizioni che, seppur non indimenticabili, rappresentano i picchi creativi di “Diamond”. Un album bello, ma non bellissimo.

Data di pubblicazione: 12 marzo 1982
Tracce: 8
Lunghezza: 39:16
Etichetta: Chrysalis
Produttore: Richard James Burgess

Tracklist:
1. Chant No. 1 (I Don’t Need This Pressure On)”
2. Instinction
3. Paint Me Down
4. Coffee Club
5. She Loved Like Diamond
6. Pharaoh
7. Innocence And Science
8. Missionary