Il folklore giapponese è pieno di creature fantastiche, una più particolare ed emblematica dell’altra. Tra le più note troviamo il (Benevolent) Kappa, un essere dall’aspetto mostruoso (descritto a tratti come un gorilla, a tratti come una rana un po’ troppo cresciuta) temibile, che minaccia innocenti e addirittura terrorizza interi villaggi. Come suggerisce anche il suo appellativo, però, se il Kappa viene sottomesso diventa un mostro incredibilmente gentile, benevolo e devoto – il tuo migliore amico, insomma.
Di recente abbiamo avuto modo di conoscere anche un altro mostro ambiguo e pieno di contraddizioni, che da lontano ricorda vagamente un Kappa – il che non è affatto un caso. Ha un animo gentile ma gli capita di fare pensieri oscuri, da lontano pare un mostro ma da vicino è praticamente Dodo dell’Albero Azzurro. Una creatura che sfida il contrasto manicheo tra bene e male, si pone con innocenza e fiducia nei confronti del mondo che la circonda.
Il nuovo album di Luca Galizia (in arte Generic Animal), “Benevolent” appunto, non è solo un disco: è uno stato mentale, il diario (non così tanto) segreto di un ragazzo che mette a nudo i suoi traumi irrisolti. Un po’ per sfogo, un po’ per esorcizzare quel dolore che sì, fa bene provare perchè ci ricorda che siamo vivi, ma che non è sempre facile sopportare. Lo si percepisce bene dall’angoscia generale presente nel disco, un senso di inquietudine e inadeguatezza che trova un riscontro perfetto in “Aspetta” e “Clermont”, non a caso arricchita dalla voce di Jacopo Lietti (Fine Before You Came).
è un disco intimo, fatto tra amici (tra cui Alvin Mojetta e Manuele Povolo), un chiaro (e ben riuscito) richiamo al caro vecchio indie degli anni Novanta e dei primi Duemila, tra Weezer, Blur e Samuele Bersani. Galizia non ha paura di dare voce agli abissi della sua anima, a parlare (come ad esempio in “Bastone” e “So”) dell’ipocrisia dell’industria musicale (soprattutto nel vasto panorama milanese), di come sia un ambiente sempre meno sportivo, e sempre più falso. E come se non bastasse, a volte pare che senza una presenza consistente sui social non si riesca mai a vendere abbastanza.
Come ha saputo dimostrare con “Benevolent”, però – e lo stesso si potrebbe dire del progetto Generic Animal – Luca non ha paura delle possibili reazioni altrui, è schietto, riesce a dare un ordine a tutto il caos che regna nel suo animo. E il risultato è una creatura dolce ma all’apparenza spaventosa, un mostro che fa piangere per poi strapparti un sorriso e farti vedere la vita con occhi diversi. Positivi, addirittura.
è con “Recinto”, ultimo brano del disco, che arriva la realizzazione ultima, che il mostro benevolo non è altro che una creatura bisognosa d’amore, fragile, la cui inquietudine viene a scemare grazie alla voce di Clauscalmo. Un’esperienza collettiva che coinvolge artista e ascoltatore, che prende questo immenso mattone di traumi e paure e lo fa in mille pezzi. Più che un disco, “Benevolent” è uno stato mentale in cui vorremmo immergerci costantemente.