Lo scorso 25 marzo a poche ore dal concerto dei Foo Fighters a Bogotà , Colombia, Taylor Hawkins, membro storico della band è stato trovato senza vita nella sua stanza d’hotel. Il successivo esame tossicologico predisposto per indagare sulle ragioni del decesso rivelò che il musicista era positivo a diversi farmaci, tra cui antidepressivi, benzodiazepine e oppiacei.
Adesso, a due mesi dalla scomparsa, il Rolling Stone America ha pubblicato un lungo articolo inchiesta all’interno del quale vengono svelati alcuni dettagli in merito agli ultimi mesi di vita di Hawkins.
Diversi amici del batterista, tra questi Matt Cameron dei Pearl Jam e Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, intervistati dal magazine, hanno rivelato che da tempo Hawkins si lamentava per la stanchezza e i problemi fisici derivanti dai lunghi ed estenuanti tour con i Foo Fighters.
Sempre secondo queste rivelazioni il compianto musicista avrebbe più volte fatto presente a Dave Grohl e al management della band le sue difficoltà chiedendo a gran voce una pronta soluzione.
Matt Cameron dichiara:
Ne aveva parlato a cuore aperto con Dave e mi aveva detto che “non ce la faccio più, cazzo”, sono le sue parole esatte… ma dopo quello sfogo il ritmo del tour è diventato ancora più folle.
Chad Smith invece racconta di quando Hawkins fu vittima di un collasso a bordo di un aereo:
Ha detto che era esausto ed è collassato, hanno dovuto riempirlo di flebo e altra roba… mi disse chiaramente “Non posso più andare avanti così”
Sempre secondo Smith qull’episodio fu la classica goccia che fa traboccare il vaso:
Dopo che è avvenuto ne ha parlato a cuore aperto con Dave e il management, dicendo: “Non posso continuare con questo ritmo, dobbiamo trovare una soluzione”.
Portavoci dei Foo Fighters hanno prontamente risposto a queste dichiarazioni smentendo i colloqui sul tema tra Hawkins e Grohl e l’episodio del collasso in volo.