L’estate è alle porte: tornano il caldo, le vacanze, la voglia di divertirsi. Ma a voi di tutto questo non frega assolutamente nulla, perchè amate crogiolarvi nella tristezza. E allora sprofondateci pure con il nuovo, malinconicissimo album di Lykke Li, intitolato “Eyeye”. La cantautrice svedese, nota al grande pubblico per la hit “I Follow Rivers” risalente ormai a una decina di anni fa, torna a collaborare con il Björn Yttling del trio Peter Bjorn and John per un disco di amara leggerezza che racconta il dolore di un cuore spezzato.
Un percorso di appena otto tracce con cui l’artista scandinava ““ che ha paragonato il processo di lavorazione di “Eyeye” a un’esperienza catartica ““ prova a elaborare la fine di una relazione. E che suono può avere un amore che sfiorisce e infine muore, vi chiederete voi? Per Lykke Li ha quello tenue, delicato ed estremamente intimo di un indie pop a metà strada tra sogno ed elettronica.
Ad alcuni ascoltatori, magari i più insensibili, le canzoni (praticamente tutte ballad) di “Eyeye” potrebbero sembrare un po’ troppo monotone; il dolore e lo strazio sono fedeli compagni di viaggio in questo lento discendere nelle emozioni della cantante, che spesso prova a “nascondere” la sua sofferenza dietro muri di riverbero.
Per non parlare poi della sua voce che, il più delle volte, esce stravolta da dosi massicce di sovraincisioni capaci di dar grande risalto a intrecci di armonie e melodie perfettamente cesellati. Dico questo per sottolineare un aspetto assolutamente positivo di un’opera che, nonostante i fiumi e fiumi di lacrime, si fa apprezzare per la sua consistenza e il suo continuo spaziare tra generi e mood.
Si resta sempre saldamente nella sfera della tristezza, naturalmente, come ben ci dimostrano le due vere e proprie perle del disco, ovvero “Carousel” e “àœ&I”. Questi pezzi rappresentano il culmine emotivo o, per meglio dire, il climax di un lavoro bello ma anche faticoso, poichè davvero molto intenso e personale. Un’opera genuina e tormentata per Lykke Li che, con coraggio, onestà e zero interesse per l’appeal commerciale, si mette a nudo e traduce in musica tutte le sue fragilità .
Credit Foto: Unidentified commissioned photographer, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons